venerdì 6 maggio 2016

LE PERVERSIONI MINORI

Il mondo non è diviso in pecore e capre.
Non tutte le cose sono bianche o nere.
È alla base della tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte.
Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto.”
(A. C. Kinsey)




Le parafilie o, più comunemente, perversioni, sono da sempre oggetto di profondo interesse.
Ciò che distingue una perversione è la sua qualità di fissità, ovvero la sua caratteristica di assolutezza. Il soggetto che ne è vittima non ha alternative al fine di raggiungere la soddisfazione del suo impulso sessuale, che si manifesta alla stregua di una ossessione di tipo compulsivo della quale non ha alcuna consapevolezza.
Solitamente il soggetto parafiliaco non comunica all'altro le proprie intenzioni, le proprie emozioni ed i propri sentimenti, ma li impone.
Accanto alle perversioni classiche (o maggiori) più frequentemente conosciute (esibizionismo, sadismo, masochismo, voyeurismo, ecc.), l'ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali stilata dall'America Psychiatric Association nel 2014 (DSM-5), identifica le cosiddette perversioni "minori" incluse nella categoria disturbo parafilico con altra specificazione:: la scatologia telefonica (telefonate oscene), la coprofilia (feci), l'urofilia (urine), la clismafilia (clisteri), la necrofilia (cadaveri), ne sono solo alcuni esempi.
Tali parafilie vengono considerate "minori" in quanto molto più rare o idiosincratiche, per giustificare l'uso di una classe specifica.
Come per le altre parafilie, anche queste possono essere ricondotte a due forme principali: le perversioni dell'atto, e le perversioni dell'oggetto.
Nelle prime, la perversione si esplica nella forma del comportamento: sono considerate tali tutte le parafilie che sostituiscono, in modo esclusivo e ripetitivo, il coito con una pratica di altro tipo.
Le seconde, si riferiscono alla scelta del partner sessuale (meta), riguardano cioè le pratiche sessuali in cui si verifica una sostituzione dell'oggetto finale (nella nostra cultura occidentale una persona adulta consenziente) con cadaveri (necrofilia), animali (zoofilia), bambini, persone con handicap.
E' necessario ora precisare una caratteristica che riguarda tutti i comportamenti e i pensieri sessuali ritenuti perversi.
Quando la perversione è un pensiero o una pratica sessuale che favorisce il variare delle abitudini sessuali dell’individuo, la si considera una perversione “soft” o gioco erotico.
Quando la perversione è un pensiero o una pratica sessuale che limita il variare delle abitudini sessuali dell’individuo, la si considera una perversione “hard”.
Cosa cambia tra le due?
La perversione “soft” è un comportamento o un pensiero che si sperimenta volontariamente per variare le proprie abitudini sessuali e per vivere più liberamente la propria intimità. Si può praticare una perversione “soft” quando lo si desidera e la sua assenza non compromette il benessere sessuale dell’individuo.
La perversione “hard” invece, è un comportamento o un pensiero che l’individuo sente di dover sperimentare obbligatoriamente per raggiungere il piacere sessuale. Con il passare del tempo la perversione “hard” tende a monopolizzare la sua vita sessuale, riducendo il variare delle abitudini sessuali e portandolo a vivere la propria sessualità esclusivamente intorno alla perversione “hard”.
La differenza tra i due livelli di perversione non sta quindi nell’atto o nel pensiero, ma nell’uso che ne fa l’individuo che lo compie o lo pensa.
In conclusione è utile ricordare che le parafilie non si manifestano mai in forma pura; spesso nel mettere in atto una perversione si ricorre a caratteristiche tipiche di altre.
Esistono, inoltre, una serie di comportamenti sessuali per i quali il limite tra la normalità e la perversione è difficilmente individuabile. Queste attività, considerate "sesso estremo", includono pratiche come il fist-fuking (introduzione del pugno nell'ano o nella vagina), il bondage (immobilizzazione di tutto o di una parte del corpo di una persona facendo uso di foulard, corde, lacci di cuoio, bende di tessuto o di gomma, ecc.), la gang-bang (incontro sessuale di un uomo o di una donna con un numero X di partner simultaneamente), lo stuffing (giochi erotici con oggetti, frutta, verdura o altro), lo spanking (sculacciare violentemente i glutei del partner), ecc.
Tali comportamenti, se da una parte possono rientrare nella varietà delle attività sessuali ordinarie, dall'altra possono fissarsi come uniche modalità per il raggiungimento del piacere sessuale. Diventa evidente, quindi, che l'unico parametro clinicamente attendibile per diagnosticare una perversione sia l'uso esclusivo di una determinata pratica per il raggiungimento del piacere sessuale.


Dr. Alessandra Saglimbene


Bibliografia

Pasini W., I nuovi comportamenti amorosi. Coppia e trasgressione, 2003, Mondadori, Milano.

Simonelli C., Petruccelli F.,Vizzari V., 2002, Le perversioni sessuali. Aspetti clinici e giuridici del comportamento sessuale deviante, Franco Angeli, Milano.


Simonelli C., Petruccelli F., 2002 Le parafilie. Aspetti clinici, socio-culturali e giuridici, Istituto per lo Studio delle Psicoterapie, Roma.




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