venerdì 25 novembre 2011

Telefono, televisione, computer, videogame, Internet … possono diventare un’ossessione?

di Giusy Nasello

La società contemporanea deve oggi tener conto dello sviluppo tecnologico, che diventa parte integrante della nostra vita, delle nostre case, del nostro modo di comunicare, del nostro modo di giocare ed intrattenere, ecc.
Come tutti gli strumenti tecnologici, il computer, la TV, la play-station, ecc, provocano riflessioni contrastanti sull’interazione uomo-macchina. Da un lato sono strumenti che permettono all’uomo di svagarsi, di economizzare sul tempo, di raggiungere distanze, di comunicare a più livelli, dall’altro possono trasformarsi in macchine di potere, tanto da rendere il suo fruitore vittima più o meno inconsapevole.
Le macchine non sono mai state intelligenti, mai lo saranno, perché ad esse mancherà sempre il “senso comune”, la capacità di intuizione, la capacità di decodificare il linguaggio non-verbale, pertanto non possono in alcun momento sopraffare l’uomo, a meno che non sia l’uomo a volerlo.


sabato 19 novembre 2011

IL POZZO DEI DESIDERI: SESSO, DAMMI LA FELICITÀ


di Giusy Nasello, Alba Maria Tonarti.

      La fiaba medievale “Il pozzo dei desideri” racconta di una bambina di nome Matilde il cui unico desiderio era quello di non desiderare. Ciò nonostante la bambina si recava al pozzo dei desideri e lanciava la sua monetina, e mentre nella sua mente riecheggiava la filastrocca “Stellina bianca nella notte nera, dormi di giorno e attendi la sera e non aver paura perché, ed è cosa vera, la vita aiuta spesso chi spera”, lei non riusciva ad esprimere nessun desiderio. Matilde viveva in un incubo iniziato da molto piccina, quando, trovandosi al palazzo insieme alla sua mamma, i cavalieri che stavano assediando il castello invasero il Regno, e tutto ciò che fino a quel momento aveva portato felicità nel suo cuore cadde come un ponte mal costruito. Lei rimase sola, non vide più il volto della madre, non sentì più il suo profumo, i suoi abbracci, le sue carezze,….solo la sua voce echeggiava con quella filastrocca, l’unica a tenerle compagnia.
            Ogni sera, prima del tramonto, Matilde si recava al pozzo e lanciava la sua monetina vuota, e affacciandosi al bordo non vedeva altro che il suo volto riflesso e tante monetine sul fondo che aspettavano di realizzarsi in un desiderio, in un sogno.