tag:blogger.com,1999:blog-19414443164376899252024-03-20T12:17:48.208+01:00Siamo fatti cosìBlog psicologico puntato verso il mondo e la scoperta della psiche. Uno spazio che proietta un passaggio tra emozioni, pensieri e comportamenti.AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/14293778190324680508noreply@blogger.comBlogger44125tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-13461912194404743472020-05-13T09:46:00.000+02:002020-05-13T09:46:39.716+02:00<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b>TORNARE A CASA</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Dott.ssa Rita Pancaldo</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Psicologa – Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Parlare di tornare a casa
in un tempo in cui la maggior parte delle persone già sta a casa può
senz’altro sembrare strano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In realtà, stiamo
parlando di un altro modo di “tornare a casa”, cioè a
quell’esperienza di contatto con sé stessi, che in questi tempi
quanto meno anomali, ci potrebbe far ritrovare sensazioni di
tranquillità, di radicamento interno, di familiarità, di presenza
di sé.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>E come possiamo fare?</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Un modo è concedersi di
“fermarsi” proprio in senso fisico, sospendere quello che si sta
facendo e, come suggerisce ad esempio la <i>Mindfulness</i>, sedersi
assumendo una postura stabile, eretta ma non rigida e portare
l’attenzione alla respirazione, al respiro che entra e che esce,
osservandolo nel suo percorso. Si tratta di “far caso” a come si
respira, alle pause tra inspirazione ed espirazione, alle parti del
corpo che si muovono mentre si respira. È uno dei primi passi della
pratica di <i>Mindfulness.</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Che cos’è la
</b><i><b>Mindfulness</b></i><b>?</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
È una pratica di
meditazione che deriva dalla tradizione meditativa buddista; è stata
introdotta in Occidente nei primi anni 80 dal Prof. di medicina Jon
Kabat-Zinn che cominciò ad applicarla ai pazienti ricoverati presso
l’ospedale della Boston University.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Per quanto tempo
bisogna stare seduti ad osservare il respiro?</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Si può partire da pochi
minuti, 5-10, e poi con la pratica si può aumentare. Si può partire
anche da un minuto. Per un minuto mi fermo e, se mi trovo a mio agio
chiudo gli occhi, altrimenti guardo un punto davanti a me, e riscopro
il mio respiro … e poi decido se continuare o fermarmi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Come faccio a sapere
se sto meditando bene oppure no?</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non c’è un modo
corretto o sbagliato. Si tratta di fare l’esperienza del proprio
respiro e nessuno può dire che la tua esperienza è sbagliata o è
corretta. È la tua esperienza. Si porta l’attenzione al respiro
così come sappiamo portare la nostra attenzione a tanti momenti e
azioni della quotidianità. Ognuno di noi ha già esperienza di
questo stato. In noi c’è il ricordo di questo stato.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Nello specifico, si
tratta di scegliere un momento in cui mi dedico intenzionalmente a
questo tipo di esperienza, dirigendo l’attenzione a una cosa che è
sempre con me: il respiro. Il suggerimento che si può dare è quello
di non modificare il respiro, ma osservarlo così come avviene.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Ma quando provo a fare
qualcosa con attenzione spesso mi viene di pensare a tutt’altro …</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Questo vuol dire che la
tua mente funziona in modo normale. La mente per sua natura tende a
divagare, a cambiare scenari, a pensare tanti pensieri, forme, suoni,
ricordi. Se la mente non fosse in grado di divagare potremmo rimanere
ancorati a un contenuto mentale per anni, come un disco rotto.
Sarebbe terribile e inquietante. Meditare non significa “fissarsi”
su qualcosa e avere in mente solo quello. Nella meditazione di
<i>Mindfulness</i> si tratta di portare la propria attenzione allo
svolgersi dell’esperienza così come avviene senza giudizi del
tipo: “<i>sto meditando bene … sto meditando male … non dovrei
pensare a cosa mangiare questa sera” </i> (che poi in questo
periodo è difficile non pensare a cosa mangiare …) e se ti viene
da pensare: “<i>sto meditando male</i>” o altro, semplicemente lo
noti e ritorni al tuo respiro, con un’attenzione gentile e
benevola.</div>
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<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Ma per meditare
bisogna stare per forza seduti? </b>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Si suggerisce la
posizione seduta, comoda, eretta e non rigida, perché una posizione
del corpo stabile favorisce il movimento di portare l’attenzione al
respiro. Ma nella meditazione di <i>Mindfulness</i> è prevista anche
la meditazione camminata, cioè si medita mentre si cammina.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In generale, mi sento di
dire che, le persone che per una sorta di “disposizione personale”
sono già portate a questo tipo di esperienza possono accedere a
questo stato anche svolgendo un’attività: ad esempio, mentre sto
lavando i piatti, faccio attenzione al mio respiro, e poi al contatto
con l’acqua, alle bolle di sapone, ecc. Ma altre persone possono
trovare più agevole, invece, sospendere quello che stanno facendo e
sedersi in un posto tranquillo. Ognuno di noi è diverso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Come ti sei avvicinata
alla meditazione?</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
È un tema che mi ha
attratto fin dall’adolescenza. Ho diverse esperienze personali di
meditazione, alcune veramente belle, ma ho potuto indirettamente
trarre esperienza anche guardando altre persone. C’è un episodio
che ancora oggi riporto alla mente per predispormi alla meditazione o
quando devo affrontare un lavoro impegnativo. Ho avuto modo di
osservare tanti anni fa un operaio mentre buttava giù un’intera
parete per creare una stanza più grande. Lo vidi lavorare con
un’espressione rilassata, attenta, con colpi di piccone sistematici
e ordinati, senza parlare, senza distrarsi. Era totalmente preso da
quello che stava facendo, e non dava l’impressione di essere
stanco. Fece soltanto una pausa per bere un po’ d’acqua e per
cambiare gli attrezzi che stava usando. Il suo lavoro trasmetteva una
sensazione di direzione mentale, di permanenza, di presenza, di
attenzione e di calma, nonostante il rumore infernale del piccone e
del materiale che cadeva.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Allora non resta che
provare …</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Sì, bisogna mettersi
nella situazione e cominciare, vedere cosa succede, fare esperienza.
Ma non iniziate buttando giù pareti, della serie: quello era un
professionista … voi non rifatelo a casa …</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Rita Pancaldo</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Psicologa –
Psicoterapeuta</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Cognitivo-Comportamentale</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br />AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-74214780763433781512020-03-24T11:33:00.001+01:002020-03-24T11:37:04.336+01:00<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm; text-align: center;">
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">L’adolescenza ai tempi del virus</span></span></strong><br />
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Dott.ssa Francesca Esposito</span></span></strong></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<img height="266" src="https://francescaesposito.org/wp-content/uploads/2020/03/glass-2557577_1920.jpg" width="400" /></div>
</div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"> </span></em><em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";"><span style="font-size: small;"><b>Lettera di un adolescente in quarantena</b></span></span></span></em></div>
<br />
<br />
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;">“</span></em><em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Mi chiamo Elena. Ho 15 anni, tra poco ne compirò 16. Mi sento un po’ male questi giorni in quarantena. Non lo so, è molto strano. Vorrei uscire da casa, a volte sento proprio un impulso quasi irrefrenabile. Mi annoio. Pure non andare a scuola, all’inizio è stato divertente, sembrava una vacanza, ora mica tanto. Faccio fatica a studiare, a seguire le lezioni online. Ho tempo per fare i compiti…Ogni tanto penso di non farcela. E poi mi sento sola. Mi manca stare con i miei compagni di classe. Mi mancano i miei amici. Tutti parlano del virus, però non ho capito se anche noi ce lo possiamo prendere, siamo cosi giovani, ti pare che prende pure noi? Prende solo ai vecchi, forse… però forse no… forse hanno ragione. Bisogna stare a casa adesso, ma vedrai che dopo il 3 aprile le cose andranno meglio, vero, si torna alla normalità, no? Lo capisco sì che bisogna stare a casa, lo capisco il motivo. Solo che è proprio difficile!</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Si okay, con gli amici parliamo sui social. Però non è la stessa cosa. Ho voglia di fare gruppo. Però adesso non possiamo, e quindi faccio video, vedo i like, instagram, facebook, tik tok… mio fratello che ha 17 anni gioca un sacco alla playstation online… ma quando finirà? Ma a scuola si torna? Il gruppo mi manca tantissimo. I miei amici mi mancano tantissimo. E a dirla tutta mi manca anche il mio fidanzato.</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Poi ci sono i miei… a volte non li sopporto. Stare tutto il giorno dentro casa con loro è terrificante. Ho paura che mi ascoltano mentre parlo al telefono con le mie amiche. Mai un attimo di privacy. Certe volte penso che esagerano con questa storia… altre volte penso invece che non esagerano, che hanno ragione. Non lo so, mi sento confusa, ho paura, tanta, e poi mi sento un sacco arrabbiata, però non so bene con chi prendermela. Stare in casa con i miei è assurdo, per non parlare di quando discutono, e poi mica mi capiscono! Però ho paura se qualcuno dei miei esce a fare la spesa. E c’è anche da dire che qualche volta (anche se non lo ammetto) mi piace anche quando facciamo delle cose insieme, quando parliamo. Mi rassicura parlare con loro quando mi sento spaventata. </span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Vorrei ricominciassero normalmente le cose. Se poi sento il telegiornale mi spavento un sacco. Con i miei ogni tanto parlo, però è difficile, non lo so se mi capiscono, anche quando gli dico che voglio uscire, e gli grido che non ne posso più di loro e di stare a casa… ma le cose torneranno alla normalità?</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">L’adolescente durante l’emergenza</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">L’attuale situazione di emergenza sta mettendo a dura prova l’emotività di una persona adulta, possiamo immaginare come si sente un adolescente in questo periodo? L’obbligo di stare in casa, per di più a stretto contatto con i genitori, le emozioni, già potenti in questo periodo i amplificate dall’età dello sviluppo, la propensione al rischio e l’inconsapevolezza delle conseguenze in questo momento ancor più rischiose del solito , l’impossibilità di vedere gli amici tanto importanti, l’identità in via di formazione con le conseguenti difficoltà a creare i propri spazi e a “sentirsi nel suo spazio”, la difficoltà a rispettare le regole, la scuola online….</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;">
<br />
<img height="265" src="https://francescaesposito.org/wp-content/uploads/2020/03/sparkler-677774_1920-1024x683.jpg" width="400" /></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Come superare questo momento: qualche “dritta” per gli adolescenti</span></span></strong></div>
<ul>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Ricordiamoci che è un momento. Anche se non è chiaro quando finirà, avrà una fine. Adesso è necessario rispettare le regole (ne va della salute di tutti: tua, dei tuoi cari e dei tuoi amici). Potrai poi tornare alla tua vita. Potrebbe essere una buona occasione per sperimentarti un po’ nel fare qualcosa che “ti va stretto” e scoprire quanto sei bravo a farlo!</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Se ti senti arrabbiato è del tutto naturale. Ricordati che i tuoi genitori non sono i responsabili di questa quarantena forzata. Prova a parlarne con loro.</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">È utile che strutturi la tua giornata. Ti aiuterà ad annoiarti meno e a far passare il tempo più velocemente. Prevedi nella tua organizzazione un tempo per seguire le lezioni, un tempo per fare i compiti, un tempo per prenderti cura di te e un tempo per giocare e rilassarti.</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Ti mancano i tuoi amici, hai ragione. Ti manca il gruppo. È del tutto naturale che tu avverta questa mancanza. Prova allora, oltre ai giochi “online” con la playstation, a concordare con i tuoi genitori uno spazio telefonico con i tuoi amici, spazio in cui i tuoi genitori saranno “al di fuori dalla tua cameretta”. Questo aiuterà a te a mantenere i contatti e il tuo spazio, e allenerà tutta la famiglia ai “confini”: ciascuno con il suo spazio, pur stando dentro la stessa casa per tanto tempo. Uno spazio completamente individuale aiuta a ricaricarsi. Utilizza questo spazio anche per attività tutte tue: leggi, scrivi, disegna. Qualcosa che non sia solo “social”.</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Se ti senti molto spaventato o non ti è chiaro qualcosa parlane. Sentiamo tutti emozioni difficili da gestire in questo periodo, e tu che sei adolescente probabilmente ne sentirai ancora di più. Far fluire le emozioni, parlarne, ti aiuterà a gestirle con più efficacia.</span></span></div>
</li>
</ul>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Come superare questo momento: per i genitori</span></span></strong></div>
<ul>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Anche per voi, ricordiamoci che è un momento, e finirà. Rispetto alle regole, è fondamentale ora che vi esercitiate nell’autorevolezza genitoriale: questo “no” ad uscire non è contrattabile. Spiegate le motivazioni per cui non è possibile scendere a patti su alcuni “no”. La paura può esserci alleata in questo caso: senza trasformarla in panico, possiamo sentirla, lasciarla fluire, motivarla e spiegare all’adolescente tutti i rischi che si corrono ad uscire adesso. Senza allarmismi ma attraverso la verità e come guida verso la consapevolezza. E vostro figlio si arrabbia è del tutto naturale: è importante che accogliate la sua rabbia ricordandovi che non siete i colpevoli.</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Attraverso il vostro esempio e la vostra guida, aiutatelo a strutturare la sua giornata. Potreste fare insieme un “tabellone degli orari” e ricordargli che è “il momento di studiare” o “è il momento di divertirsi”. Potete farlo adesso senza l’ansia di “dover uscire sennò facciamo tardi a scuola”. Questo ci dà maggiore flessibilità, ci consente di impiegare quei 5 minuti in più, che difficilmente abbiamo nella frenetica quotidianità della nostra società, per spiegare a nostro figlio perché lo esortiamo cosi tanto a fare o non fare qualcosa. Date anche voi per primi l’esempio: strutturare e organizzare la giornata farà bene a tutti.</span></span></div>
</li>
<li><div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Spiegate e filtrate le informazioni per lui: alcune possono essere molto difficili da digerire, soprattutto per un adolescente. E laddove possibile condividete insieme attività in casa: dai giochi di società ai momenti quotidiani.</span></span></div>
</li>
</ul>
<div style="border: none; margin-bottom: 0.53cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Difficile? Si lo è, e nello stesso tempo è possibile!</span></span></strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";"> Le crisi possono essere trasformate in opportunità, poiché offre la possibilità di cambiare e di sperimentarsi in aspetti di sé e attività nuove. Con una buona dose di empatia e pazienza, il tempo della semina può dare buoni frutti.</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<strong><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Adolescenza e cambiamenti: per comprenderli meglio</span></span></strong></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Tutta l’adolescenza è caratterizzata da profonde modificazioni psicosomatiche: corporee, cognitive, emotive, motivazionali e relazionali.</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Il cervello</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">La fisiologia cerebrale subisce forti cambiamenti (il cervello dell’adolescente è in trasformazione): il sistema limbico, che guida le emozioni, è fortemente attivato. La corteccia prefrontale, che controlla l’impulsività, promuove il raziocinio ed il controllo degli impulsi, è in piena evoluzione (Ammaniti, 2002).</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Le emozioni</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">C’è una forte reattività emozionale: le sollecitazioni che per la maggior parte degli adulti sono relativamente poco importanti, nell’adolescente possono avere come conseguenza forti oscillazioni dell’umore con importanti manifestazioni di emozioni come rabbia, eccitazione, tristezza, depressione e imbarazzo, che il ragazzo fatica a gestire. Diventa difficile anche la capacità di tollerare e adeguarsi al cambiamento (Pellegrino, 2010).</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Il ragionamento</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Cambia fortemente anche la capacità di ragionamento: un ragazzo in adolescenza diventa in grado di manipolare oggetti e situazioni non ancora vissuti in prima persona (quello che Piaget definisce il passaggio dalle operazioni concrete alle operazioni formali). (Geldard e Geldard , 2009).</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Le sfide psicologiche</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Tra le sfide psicologiche, la più importante che l’adolescente deve affrontare è la formazione di una nuova identità personale: le relazioni con gli altri diventano fondamentali e, nello stesso tempo, l’adolescente sperimenta e ha bisogno di stabilire i propri confini, vale a dire di avere e sentire un “proprio spazio personale”, separato dall’altro.</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<em><span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Le relazioni</span></span></em></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Le relazioni tipiche di questo periodo sono quella con se stessi; con i genitori; con i coetanei e gli amici; con la scuola e le altre istituzioni. Ognuno di questi ambiti relazionali ha una sua funzione: di confronto e accudimento con i genitori, di confronto e unione con gli amici, di appartenenza e messa alla prova con la scuola. In questa fase, la sfida più grande per l’adolescente è proprio quella di trovare il proprio “spazio” nella società e trovarsi poi comodo e adatto in tale ruolo. La socializzazione promuove il senso di identità personale e lo sviluppo dell’identità aiuta l’adolescente ad affrontare le aspettative e le regole della società, in un reciproco influenzarsi di queste due dimensioni (Geldard e Geldard , 2009). </span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Comprendere meglio un adolescente incrementa l’empatia nei suoi confronti e consente ai genitori di essere guide ancor più consapevoli, più discrete e più salde; allo stesso modo permette al ragazzo di “appoggiarsi” (per come sa farlo a questa età) sentirsi sicuro con i suoi anche nei momenti di crisi come quello che stiamo attraversando.</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Dott.ssa Francesca Esposito, Psicologa</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";"><span style="font-size: small;"><b>Bibliografia</b></span></span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Ammaniti M. (2002) Manuale di psicopatologia dell’adolescenza, Raffaello Cortina Editore</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Ammaniti M. (2015), <i>La famiglia adolescente, </i>Gius., Laterza & Figli, Bari – Roma</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Geldard K., Geldard D. (2009), <i>Il counseling agli adolescenti, </i>Edizioni Centro Studi Erikson,Trento</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">E. Giusti, M. Vigliante, (2009), <i>L’anamnesi psicologica</i>, Edizioni Sovera</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Juul J. (2006), <i>I no per amare,</i> Urra – Apogeo srl, Milano</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Maggi A. (2019), <i>Educhiamoli alle regole, </i>Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano</span></span></div>
<div style="border: none; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<span style="color: #868e96;"><span style="font-family: "montserrat" , "open sans";">Pellegrino F., Del Buono G., Del Buono S., Novi S., RuggeroG., Attanasio V., Baldoni F. (2019), <i>L’età adolescenziale tra fisiologia e patologia, </i>vol. 10 – cap. XVII, pp. 1-49, C.G. Edizioni Medico Scientifiche </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-50837484368719147862020-03-20T14:26:00.001+01:002020-03-20T14:26:38.582+01:00<div dir="LTR" id="post-body-2979352719480299579" style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 15.84px; text-align: right;">
<div style="line-height: 20.592px; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.05cm;">
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #d52a33; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: large;">Non
siamo più potenti di un pipistrello</span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div dir="LTR" id="post-body-2979352719480299579">
<div style="line-height: 130%; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.05cm; orphans: 2; page-break-before: auto; widows: 2;">
Dott.ssa Stefania Attanasi</div>
<div style="line-height: 130%; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.05cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; margin-right: 5.98cm; orphans: 2; text-decoration: none; widows: 2;">
<span style="color: #7d181e;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMtQrcjl94wR-P4MxiIMJlqbamsslfaVWfiwyTWAUqlumKYuroKttE11Dhax-UiCcRqWwkAGggwY8Q3zHrO-kE1EoEKk1Ok-aYAGqw5TwBllR95AFlII_tbMXLLT4DRUDZGmbc_Xq50wc/s1600/terra-mascherina-mondo-coronavirus-inferzione.jpg"><span style="color: #cccccc;"><img align="BOTTOM" border="1" height="175" name="immagini1" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMtQrcjl94wR-P4MxiIMJlqbamsslfaVWfiwyTWAUqlumKYuroKttE11Dhax-UiCcRqWwkAGggwY8Q3zHrO-kE1EoEKk1Ok-aYAGqw5TwBllR95AFlII_tbMXLLT4DRUDZGmbc_Xq50wc/s280/terra-mascherina-mondo-coronavirus-inferzione.jpg" width="280" /></span></a></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; page-break-before: auto; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;">…<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Senza
voler ricadere nell’esagerata interpretazione medievale della
punizione divina (peste= flagello di Dio) è un dato di fatto che da
quando siamo chiusi tutti in casa ed abbiamo interrotto la nostra
irrefrenabile produttività a causa del Covid-19, dopo pochissimi
giorni l'aria della Cina è meno inquinata, l'acqua dei canali di
Venezia più pulita e le strade di Roma svuotate di rifiuti.</span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br />Anch’io
mi sono fermata, e tra le cose belle fatte in questi giorni di
isolamento, sono andata a ripescare un testo di G. Bateson, le cui
parole potrebbero dare forse un senso a ciò che sta accadendo
adesso al nostro pianeta:</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;">"<i>Le
patologie dei processi sistemici insorgono proprio perché la
costanza e la sopravvivenza di un qualche sistema più vasto vengono
mantenute mediante cambiamenti nei sottosistemi costituenti</i>".
("Verso un'ecologia della mente" 1972, p.390)</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Con
queste parole il noto biologo intende dire che quando un sistema
vivente più ampio, come ad esempio l’ambiente in cui viviamo, è
a rischio, la logica della natura sacrifica al cambiamento sempre i
suoi sottosistemi più piccoli. Secondo Bateson, infatti, la
logica della natura è profondamente diversa e più complessa della
semplice logica della sopravvivenza e dell’adattamento di una
singola specie. E ancora aggiunge: “I maggiori problemi del mondo
derivano proprio dalla differenza tra come funziona la natura ed il
modo in cui gli esseri umani pensano.”</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br />…Come
noto a tutti, l'uomo esercita un'influenza sempre crescente
sull’ecosistema in cui vive (sul clima, sulla temperatura, ecc.)
con attività come la combustione di fossili, la deforestazione,
l'allevamento intensivo di animali, ecc. Queste attività aggiungono
enormi quantità di gas nell’atmosfera, provocando il
surriscaldamento globale e da qui, a catena, lo scioglimento dei
ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari, l’acidificazione
degli oceani, la perdita di biodiversità, ecc.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Quasi
certamente la natura possiede dei meccanismi interni autocorrettivi
per autoproteggersi e resistere anche allo strapotere esercitato
dall’uomo. Ma, in questa catena complessa di eventi in cui l’uomo
costituisce solo un piccolissimo anello, chi può dire quale sia la
causa e quale l’effetto di un fenomeno? In effetti nessuno è in
grado ancora di conoscere le cause certe della pandemia e tante sono
le speculazioni a riguardo. La percezione più diffusa però tra la
gente è che il virus sia sopraggiunto come una sorta di punizione
per le azioni poco etiche commesse dall’uomo sull’ambiente e
sulle altre biodiversità. E’ forse troppo fantasioso pensare che
questo virus sia giunto per fermare l’inarrestabile macchina umana
e ristabilire certi equilibri naturali più “sacri” che l’uomo
stesso osa sfidare da troppo tempo? <i>Non siamo forse adesso
costretti a ripensare al nostro modo di vivere, alle nostre
abitudini, alla relazione che abbiamo con l’ambiente e con tutte
le altre specie viventi?</i> E mentre attendiamo dalla scienza
una soluzione a questa pandemia, un vaccino o una cura, la stessa
tecnologia non è in grado di fornire un numero sufficiente di
respiratori per salvare tante vite umane. Come mai? Probabilmente
nel momento in cui si producono gli strumenti o i medicinali utili,
la preoccupazione dominante è quella degli introiti economici e non
dell’eventuale fabbisogno.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;">L’irrefrenabile
corsa alla produttività ed al consumismo dell’uomo porta a
conseguenze importanti e gravi sull’ecosistema terreste, sulle
biodiversità e sull’uomo stesso….</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><i><br />Questo
virus sta certamente ricordando alla nostra specie l'infinita
piccolezza e fragilità da cui siamo partiti nell'ambito delle
biodiversità. E poichè non siamo stati in grado di stare dentro i
limiti del rispetto per le altre specie che la natura ci
aveva imposto, non come impedimento ma come ulteriore
possibilità di dimostrare la nostra grandezza, la natura stessa ci
sta riportando alla condizione di fragilità iniziale.</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Non
siamo più potenti di un pipistrello, di un orso polare, di un
albero, di un fiore, dell’aria che respiriamo, dell’acqua che
beviamo. </b></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br />
</div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 0.61cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: georgia, times new roman, serif;"><br />Dott.ssa
Stefania Attanasi</span></span></span></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br /></div>
</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-48324421444760977352020-03-20T14:12:00.000+01:002020-03-20T14:12:47.404+01:00<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px; text-align: center;">
<span style="color: red; font-size: x-large;">Vaginismo Primario</span></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px; text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Dott.ssa Giusy Nasello</span></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Scopo: L’Autrice, nel corso dell’attività clinica, ha rilevato la presenza di sintomi di ansia sociale nelle donne affette da vaginismo primario. In particolare, in questo lavoro, intende dare rilievo alle manifestazioni fisiologiche riportate dalle pazienti, come rossore cutaneo, aumento del battito cardiaco, aumento del ritmo respiratorio, accompagnati dal desiderio pressante di allontanarsi dalla situazione temuta. Le pazienti definivano questo stato emozionale come vergogna e imbarazzo rispetto al giudizio altrui o al timore del giudizio altrui. Pertanto lo scopo della ricerca effettuata su un campione di 25 soggetti, è quello di mettere in evidenza la comorbidità del vaginismo con l’ansia sociale, con il fine di contribuire ad un più mirato intervento clinico ed aumentare la qualità degli interventi di prevenzione.</div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Materiali e metodi: La ricerca si basa su un campione di 25 donne affette da vaginismo primario, provenienti dal Centro Italia, con una età media tra i 20 e i 45 anni. Il vaginismo primario è stato diagnosticato attraverso l’assessment nel setting clinico di coppia, l’ansia sociale è stata testata attraverso CBA 2.0 Cognitive Behavioural Assessment Scale 7 Subscale I-P 2 relativa al rifiuto sociale, per testare la paura del giudizio sociale è stato utilizzato il FNE Fear of Negative Evalutation Scale of Watson and Friend (1969).</div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Risultati: I risultati ottenuti sono i seguenti: rispetto al CBA 2.0 Scale 7 Subscale I-P 2 il rango percentile ottenuto è stato tra 90 e 99, quindi superiore al limite di norma (80); rispetto al FNE un soggetto non mostra ansia, 2 soggetti presentano rispettivamente un punteggio di 18 e 19, al limite del valore di norma (19); i restanti 22 soggetti hanno ottenuto risultati tra 21 e 29 oltre al limite di norma.</div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Conclusioni: L’Autrice conclude che, l’esposizione ad un ambiente familiare estremamente protettivo e timoroso verso le relazioni sociali presenti nella storia di vita delle pazienti vaginismiche, potrebbe contribuire alla formazione di una rappresentazione dell’”altro” come intrusivo e minaccioso. La sintomatologia tipica delle pazienti vaginismiche lascia intuire un comportamento volto all’evitamento della relazione sessuale nella sua dimensione fisica ed emozionale. </div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
Keyword: vaginism, social anxiety, social phobia, sexual disorders, shame, judgement fear. </div>
<div dir="auto" style="margin: 0px; padding: 0px;">
<br style="background-color: white; font-family: verdana; font-size: 11px;" /></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-69060534879925825062020-01-30T17:53:00.004+01:002020-01-30T17:53:49.958+01:00<pre style="background-color: white; font-family: inherit; outline: none; white-space: pre-wrap;"><div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: inherit; font-size: x-large;">Un disagio spesso sottovalutato: la Vulvodinia</span></div>
<span style="font-size: 13px;">
La Vulvodinia è un disturbo da dolore sessuale e non sessuale che coinvolge la vulva, quindi grandi e piccole labbra e vestibolo.
La vulvodinia può essere localizzata in un' area specifica o generalizzata in tutte le parti della vulva.
Può essere generale, che si manifesta in più occasioni o situazionale, che si manifesta in situazioni specifiche.
È una condizione invalidante della donna che soffre fastidio o dolore continuo, intermittente o dolore durante il rapporto sessuale che spesso impedisce la penetrazione.
Le cause non sono state accertate, ma l' osservazione dei casi clinici evidenzia una causa scatenante di tipo infiammatorio come candidosi, che può diventare cronica. Anche l' utilizzo continuo di salvaslip o intimo diverso dal cotone possono causare infiammazione causa della ridotta traspirazione.
Le cause psicologiche sono in fase di osservazione clinica presso il nostro centro Amepsi che collabora con più figure professionali.
In uno studio svolto in donne tra i 18 e i 45 anni tra il 2017 e 2018 e ancora in corso, ho riscontrato che le cause psicologiche sono ben circoscritte.
Depressione
Ansia da controllo spesso ossessivo
Esperienza di umiliazione vissuta in età adolescenziale che coinvolge la femminilità
Presenza di personalità forte e controllante in uno dei genitori
Ansia sociale
Fobia o evitamento sessuale
La terapia coinvolge più figure professionali in quanto la vulvodinia ha cause multifattoriali, pertanto psicoterapeuta, sessuologo e ginecologo lavorano secondo un approccio integrato.
Il Trattamento comprende
- Terapia farmacologica
- Trattamento localizzato per il rilassamento dei muscoli pelvici
- Psicoterapia ad approccio cognitivo comportamentale individuale, di coppia o familiare
- Terapia sessuale individuale o di coppia
Queste caratteristiche non sono ancora supportate state dalla letteratura contemporanea in quanto molti studi sono ancora in corso.
L' osservazione clinica, attualmente, è l' unico metodo di studio in grado di fornire risultati immediati da sottoporre ad analisi scientifica.</span></pre>
<pre style="background-color: white; font-family: inherit; outline: none; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: 13px;">
</span></pre>
<pre style="background-color: white; font-family: inherit; outline: none; text-align: right; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;"><i>Dott.ssa Giuseppina Nasello</i></span></pre>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-73850073750907016542016-07-29T15:57:00.000+02:002016-07-29T15:57:49.107+02:00Alimentazione e Sessualità: tra piacere, dispiacere e perversioni <a href="https://www.youtube.com/watch?v=kIGU44Od22Y">https://www.youtube.com/watch?v=kIGU44Od22Y</a>AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-64719244865656948892016-05-13T15:09:00.000+02:002016-05-13T17:48:30.876+02:00BDSM<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>L'immaginazione
sessuale è illimitata</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>quanto
a prospettiva e a forza metaforica</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>e
non potrà mai essere davvero repressa (...)</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Specialmente
adesso che il sesso sta diventando </i></span></span></span>
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>sempre
più un'azione concettuale, intellettualizzata,</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>lontana
sia dall'affetto che dalla fisiologia, </i></span></span></span>
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>si
devono tenere ben presenti i meriti delle perversioni sessuali".</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;">(Ballard,
J.G., </span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>La
mostra delle atrocità</i></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;">)</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW0y7SbA3EyVPEgNRlWhCxcrgNypioP1OB0XjRob6uHiYUHQnC4tOsFfw4HhbPEk1tfawMD5dTDA_fP3yFxgomFn0VmutmkZ44itS6XmfZM8q7DQcQ64w6P6EMIle-esNxm4IyZTLkh51c/s1600/collar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW0y7SbA3EyVPEgNRlWhCxcrgNypioP1OB0XjRob6uHiYUHQnC4tOsFfw4HhbPEk1tfawMD5dTDA_fP3yFxgomFn0VmutmkZ44itS6XmfZM8q7DQcQ64w6P6EMIle-esNxm4IyZTLkh51c/s320/collar.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif;">Nato
negli Stati Uniti intorno al 1985, il BDSM nel suo insieme raccoglie
centinaia di differenti pratiche e situazioni erotiche in cui un
partner si abbandona alla volontà e alle fantasie dell'altro.</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> </span></span></span><span style="color: #00000a; font-family: 'times new roman', serif; line-height: 100%;">BDSM
rappresenta la fusione di quattro acronimi,:</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>Bd
o Bondage</b></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">:
indica la costrizione del corpo del partner, la sua immobilizzazione,
e tutti gli atti che tendono a ridurne temporaneamente la libertà
attraverso corde, foulard o altri oggetti.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>D
o Discipline</b></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">:
è la pratica dell'obbedienza, l'insieme di regole che il dominante
dà al sottomesso per regolare il loro rapporto. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>D/s
o Domination/submission</b></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">:
indica la cessione ( volontaria, temporanea e revocabile) del potere
decisionale di un dei due partner (<i>sub</i>) all'altro (<i>Dom</i>). Gli
anglofoni utilizzano il termine <i>Total Power Exchance </i>- TPE (Totale
Scambio di Potere) per definire questo processo.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>S/m
o Sadism/ masochism:</b></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
al di là di tutte le varie implicazioni che questi termini di
derivazione letteraria hanno avuto in ambito filosofico e
psicologico, questa dicotomia indica comunemente la rierca del
piacere attraverso il dolore, inferto (sadismo) o subìto
(masochismo).</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Storicamente
alcuni importanti voci psicanalitiche interpretano il BDSM come
evidenza di una condizione psicopatologica sottostante, con radici in
precoci esperienze traumatiche (Storolow, 1975; Valenstein, 1973) nel
fallito raggiungimento di tappe evolutive ed in conflitti infantili
irrisolti (Blum, 1976). </span></span></span><span style="font-size: small; line-height: 0.49cm;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">In
controtendenza agli studi psicoanalitici, Wismeijer e Van Assen hanno
pubblicato i risultati di una recente ricerca (maggio 2013), volta ad
indagare le caratteristiche psicologiche dei soggetti che praticano
il BDSM. </span></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dai
risultati della ricerca emerge che le caratteristiche della
sessualità </span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>bondage
</i></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">non
permettano di ipotizzare la presenza di un nuclei patologico
sottostante di per sé, ma che possano essere interpretate in primis
come scelte ludiche e ricreative da parte della persona. </span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">Secondo
la sessuologa Chiara Simonelli, le pratiche sadomaso all'interno
delle quali troviamo anche le pratiche sessuali del BDSM, non
rientrano necessariamente nelle parafilie o perversioni sessuali. </span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">L'elemento
discriminante è l'</span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>esclusività</b></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
di questo comportamento:</span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>"Quando
una persona non riesce ad accedere al proprio desiderio erotico se
non attraverso un rituale del genere si può ipotizzare che ci sia un
problema psicopatologico. Quando invece si tratta di una
sperimentazione ludica ma esiste un erotismo personale che prescinde
da queste pratiche, allora le vecchie categorie psicoanalitiche e
psichiatriche possono non avere alcun fondamento"</i></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
(Simonelli, 2014). Anche Alfred Kinsey, un altro tra i pionieri più
noti della sessuologia scientifica, ci dice come siano la società e
la cultura che impongono costantemente regole e leggi a favore del
“sano” comportamento erotico </span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">sessuale.
Secondo Kinsey infatti, al di là delle interpretazioni morali, non
c'è alcuna ragione scientifica per considerare particolari tipi di
attività sessuali come intrinsecamente, per origine biologica,
normali o anormali. </span></span><span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">Il
BDSM è un luogo dell'immaginario. Il mondo in cui gli adulti si
permettono di “giocare”, di cambiare regole e ruoli, e si gioca
finché tutti i partecipanti ne condividono la volontà. E' un mondo
nel quale non si entra, ma nel quale ci si riconosce attraverso il
suo immaginario collettivo. Non esiste alcuna soglia da varcare,
nessuna parola d'ordine da chiedere o pronunciare. Il BDSM è
qualcosa che si sceglie, non qualcosa che si subisce. Violare la
consensualità, è l'unico “peccato capitale” di questo mondo. </span><span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">Il
BDSM espande la sfera della sessualità e dell'erotismo molto al di
là dei comportamenti “da letto” e della sfera della sessualità
strettamente genitale, che può avere un ruolo secondario. Il BDSM
erotizza infatti tutti gli aspetti della vita, colorando sensualmente
con la sottomissione ogni gesto quotidiano. L'orgasmo emotivo
prodotto da questo coinvolgimento viene ritenuto estremamente più
gratificante di quello fisico. </span><span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">Il
dolore è uno degli strumenti principe del BDSM: l'umiliazione, se
contestualizzata in un rapporto tra persone che accettano
consensualmente questa tipologia di rapporto, di fatto non esiste, o
almeno, non quella intesa a distruggere l'amor proprio dell'altro:
non si può umiliare nessuno che non intenda essere umiliato. Nelle
dinamiche BDSM quindi, è plausibile supporre che il masochista sia
colui/colei che detiene il potere nel rapporto, anche se attraverso
una modalità indiretta: è il masochista che può fermare il sadico,
ed è sempre il masochista che concede al sadico l'autorità.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">In
conclusione, è stato evidenziato come nel mondo BDSM non ci si entri
attraverso uno specifico rituale o codice di accesso, ma ci si
riconosca nel suo immaginario. </span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
neofita che sceglie di avvicinarsi a questo “mondo”, deve avere
ben chiaro che non esiste </span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i><b>Il</b></i></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>
</i></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">BDSM,
ma esistono </span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i><b>i
</b></i></span></span><span style="color: #00000a; line-height: 0.49cm;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">BDSM:
tanti quanti sono i praticanti. Ognuno ha il proprio, quello che ci
si costruisce da soli, per la ragione che, l'unico aspetto
imprescindibile della vita considerata nella sua interezza, compresa
quella sessuale, è la diversità.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><i><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dr.
Alessandra Saglimbene</span></span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=b2ZVaMLwOW4&spfreload=5">https://www.youtube.com/watch?v=b2ZVaMLwOW4&spfreload=5</a></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><i><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><i><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Bibliografia:</span></span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ayzad,
</span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>BDSM:
guida per esploratori dell'erotismo estremo</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Castelvecchi, Roma, 2004.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ayzad,
</span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Il
dizionario del sesso insolito</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Castelvecchi, Roma, 2009.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Casale
A. M., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Profili
criminali e psicopatologici del reo</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2014.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Diagnostic
and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
(DSM – 5), American Psychiatric Association, 2013.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dettore
D., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Psicologia
e psicopatologia del comportamento sessuale</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
McGraw – Hill, Milano, 2001.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Fossi
G., Mascari P., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>L'immaginario.
Fantasie e sessualità</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Franco Angeli, Milano, 2001.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Pani
R.., Sagliaschi S., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>La
compulsione nella sessualità</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Franco Angeli, Milano, 2010.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Pasini
W., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Nuovi
comportamenti amorosi</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Mondadori, Milano, 2002.</span></span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Simonelli
C., </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><i>Le
perversioni sessuali. Aspetti clinici e giuridici del comportamento
sessuale deviante,</i></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
Franco Angeli, Milano 2004.</span></span></span></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-18442977282404354202016-05-10T05:48:00.000+02:002016-05-10T06:35:30.763+02:00NE VALE LA PENA?<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwiJbeYEDpIEa1qQYm_gERriRstoEWlCYzKlk0mTWOk8u_yAl9ZLyrYWewCm2J2RVe8n1dmLuBWF7JpHkP6XTxapv1Qn84blsM-C9Y8lBhE9bd3Bm_3aYOOBXzq2JtZbGMZNFOuHqQ-4IN/s1600/ne+vale+la+pena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwiJbeYEDpIEa1qQYm_gERriRstoEWlCYzKlk0mTWOk8u_yAl9ZLyrYWewCm2J2RVe8n1dmLuBWF7JpHkP6XTxapv1Qn84blsM-C9Y8lBhE9bd3Bm_3aYOOBXzq2JtZbGMZNFOuHqQ-4IN/s320/ne+vale+la+pena.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a; font-family: "times new roman" , serif; line-height: 0.49cm;">Questa
è la domanda che molti si pongono, guardando ai propri progetti e
dubitando del loro valore; e anche lo stesso atteggiamento di chi
giudica in modo pessimistico fatti, persone o situazioni che invece
potrebbero rivelarsi estremamente vantaggiosi per la condotta stabilita
dalla persona, se visti sotto un'altra luce.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ecco
il parere di Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes:</span></span></div>
<div align="CENTER" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>Nulla
è piccolo</b></i></span></span></span></div>
<div align="CENTER" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>per
una grande mente.</b></i></span></span></span></div>
<div align="CENTER" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Vale
anche per porre le seguenti questioni: perchè trascurare le piccole
cose della vita, inseguendo il miraggio di altre cose che sembrano le
uniche degne di essere prese sul serio? Perchè chiudere gli occhi sui
minimi segnali che in tante situazioni possono contenere le
informazioni di cui abbiamo bisogno e che invece cerchiamo altrove?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Dr.
Alessandra Saglimbene</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Bibliografia</i></span></span></span></div>
<br />
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Rampin
M., 2007, </span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Dì
la cosa giusta. Aforismi per una comunicazione efficace</i></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Ponte alle Grazie Milano</span></span></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-1265275488025230592016-05-06T00:21:00.000+02:002016-05-13T17:50:10.851+02:00LE PERVERSIONI MINORI<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;">“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;">Il
mondo non è diviso in pecore e capre. </span></span></span>
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Non
tutte le cose sono bianche o nere. </span></span>
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGIC_M59304zGhZWZqypHKY78PFI9VASKwSqrv1ZU3nP1JSkAG_phsW0H7DmzWEhp_hQZ45KFmIvlpN-tgU5zcBgXPQ2Dj-RxFuRmYcpOC7AESTq5uHO_WvkgWskFYnPQ5Nv8I4Nvq2Ki-/s1600/P3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; line-height: 18.5197px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGIC_M59304zGhZWZqypHKY78PFI9VASKwSqrv1ZU3nP1JSkAG_phsW0H7DmzWEhp_hQZ45KFmIvlpN-tgU5zcBgXPQ2Dj-RxFuRmYcpOC7AESTq5uHO_WvkgWskFYnPQ5Nv8I4Nvq2Ki-/s320/P3.jpg" width="236" /></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">È
alla base della tassonomia che la natura raramente ha a che fare con
categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca
di forzare i fatti in gabbie distinte. </span></span>
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto.”</span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">(A.
C. Kinsey)</span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Le
parafilie o, più comunemente, perversioni, sono da sempre oggetto di
profondo interesse.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Ciò
che distingue una perversione è la sua qualità di fissità, ovvero
la sua caratteristica di assolutezza. Il soggetto che ne è vittima
non ha alternative al fine di raggiungere la soddisfazione del suo
impulso sessuale, che si manifesta alla stregua di una ossessione di
tipo compulsivo della quale non ha alcuna consapevolezza. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Solitamente
il soggetto parafiliaco non comunica all'altro le proprie intenzioni,
le proprie emozioni ed i propri sentimenti, ma li impone. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Accanto
alle perversioni classiche (o maggiori) più frequentemente
conosciute (esibizionismo, sadismo, masochismo, voyeurismo, ecc.),
l'ultima versione del </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali</i></span></span><span style="color: #00000a;">
stilata dall'America Psychiatric Association nel 2014 (DSM-5),
identifica le cosiddette perversioni "minori" incluse nella
categoria </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>disturbo
parafilico con altra specificazione</i></span></span><span style="color: #00000a;">::
la scatologia telefonica (telefonate oscene), la coprofilia (feci),
l'urofilia (urine), la clismafilia (clisteri), la necrofilia
(cadaveri), ne sono solo alcuni esempi.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Tali
parafilie vengono considerate "minori" in quanto molto più
rare o idiosincratiche, per giustificare l'uso di una classe
specifica. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Come
per le altre parafilie, anche queste possono essere ricondotte a due
forme principali: le </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>perversioni
dell'atto</i></span></span><span style="color: #00000a;">, e le
</span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>perversioni
dell'oggetto</i></span></span><span style="color: #00000a;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Nelle
prime, la perversione si esplica nella </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>forma</i></span></span><span style="color: #00000a;">
del comportamento: sono considerate tali tutte le parafilie che
sostituiscono, in modo </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><b>esclusivo</b></span></span><span style="color: #00000a;">
e </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><b>ripetitivo</b></span></span><span style="color: #00000a;">,
il coito con una pratica di altro tipo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Le
seconde, si riferiscono alla scelta del partner sessuale (</span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>meta</i></span></span><span style="color: #00000a;">),
riguardano cioè le pratiche sessuali in cui si verifica una
sostituzione dell'oggetto finale (nella nostra cultura occidentale
una persona adulta consenziente) con cadaveri (necrofilia), animali
(zoofilia), bambini, persone con handicap.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">E'
necessario ora precisare una caratteristica che riguarda tutti i
comportamenti e i pensieri sessuali ritenuti perversi. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Quando
la perversione è un pensiero o una pratica sessuale che favorisce il
variare delle abitudini sessuali dell’individuo, la si considera
una perversione “soft” o <i>gioco erotico</i>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Quando
la perversione è un pensiero o una pratica sessuale che limita il
variare delle abitudini sessuali dell’individuo, la si considera
una perversione “hard”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Cosa
cambia tra le due?</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">La
perversione “soft” è un comportamento o un pensiero che si
sperimenta volontariamente per variare le proprie abitudini sessuali
e per vivere più liberamente la propria intimità. Si può praticare
una perversione “soft” quando lo si desidera e la sua assenza non
compromette il benessere sessuale dell’individuo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">La
perversione “hard” invece, è un comportamento o un pensiero che
l’individuo sente di dover sperimentare obbligatoriamente per
raggiungere il piacere sessuale. Con il passare del tempo la
perversione “hard” tende a monopolizzare la sua vita sessuale,
riducendo il variare delle abitudini sessuali e portandolo a vivere
la propria sessualità esclusivamente intorno alla perversione
“hard”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">La
differenza tra i due livelli di perversione non sta quindi nell’atto
o nel pensiero, ma nell’uso che ne fa l’individuo che lo compie o
lo pensa. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">In
conclusione è utile ricordare che le parafilie non si manifestano
mai in forma pura; spesso nel mettere in atto una perversione si
ricorre a caratteristiche tipiche di altre.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Esistono,
inoltre, una serie di comportamenti sessuali per i quali il limite
tra la normalità e la perversione è difficilmente individuabile.
Queste attività, considerate "sesso estremo", includono
pratiche come il </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>fist-fuking</i></span></span><span style="color: #00000a;">
(introduzione del pugno nell'ano o nella vagina), il </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>bondage</i></span></span><span style="color: #00000a;">
(immobilizzazione di tutto o di una parte del corpo di una persona
facendo uso di foulard, corde, lacci di cuoio, bende di tessuto o di
gomma, ecc.), la </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>gang-bang</i></span></span><span style="color: #00000a;">
(incontro sessuale di un uomo o di una donna con un numero X di
partner simultaneamente), lo </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>stuffing</i></span></span><span style="color: #00000a;">
(giochi erotici con oggetti, frutta, verdura o altro), lo </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><i>spanking</i></span></span><span style="color: #00000a;">
(sculacciare violentemente i glutei del partner), ecc.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;">Tali
comportamenti, se da una parte possono rientrare nella varietà delle
attività sessuali ordinarie, dall'altra possono fissarsi come uniche
modalità per il raggiungimento del piacere sessuale. Diventa
evidente, quindi, che l'unico parametro clinicamente attendibile per
diagnosticare una perversione sia l'uso </span><span style="color: #00000a;"><span style="font-size: small;"><b>esclusivo</b></span></span><span style="color: #00000a;">
di una determinata pratica per il raggiungimento del piacere
sessuale.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Dr.
Alessandra Saglimbene</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Bibliografia</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Pasini
W., </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>I
nuovi comportamenti amorosi. Coppia e trasgressione</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
2003, Mondadori, Milano.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Simonelli
C., Petruccelli F.,Vizzari V., 2002, </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Le
perversioni sessuali. Aspetti clinici e giuridici del comportamento
sessuale deviante</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
Franco Angeli, Milano. </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Simonelli
C., Petruccelli F., 2002 </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Le
parafilie. Aspetti clinici, socio-culturali e giuridici, </i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Istituto
per lo Studio delle Psicoterapie, Roma. </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-68428002170342916762016-05-03T09:22:00.000+02:002016-05-03T09:22:20.336+02:00IPOTESI<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><br /></span></span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK-tifj9YUPLw9uIiCS7lSTW2lnxZRAU1jr_YLNtIQbUbSuy8ztc0Pye6Tgw75hfIKPrlTRJ85prBGHlfvWofJAsOP6ySn9UDMwDdcAnBNU042t4yhHVM4pyXJ0i90QpmD-mwalPAVWbpx/s1600/IL+PENSATORE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK-tifj9YUPLw9uIiCS7lSTW2lnxZRAU1jr_YLNtIQbUbSuy8ztc0Pye6Tgw75hfIKPrlTRJ85prBGHlfvWofJAsOP6ySn9UDMwDdcAnBNU042t4yhHVM4pyXJ0i90QpmD-mwalPAVWbpx/s320/IL+PENSATORE.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il pensatore (Le penseur).<br />Artista: Auguste Rodin.<br />Musée Rodin, Parigi.<br />Data: 1880-1902<br /><br /><span style="color: #00000a; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 0.49cm;">A
volte ci si perde dietro catene di pensieri che ci paralizzano per
paura o, al contrario, ci cullano in sogni sterili: spesso ciò
deriva dal prendere per vere quelle che sono solo nostre speculazioni
all'insegna del "se".</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Se
farò questo, allora il mio compagno/a risponderà così (quindi è
meglio non fare nulla); se continuerò a giocare al lotto con questo
metodo, finirò per vincere una grossa somma (quindi è meglio non
mollare proprio adesso, e/o impegnare tempo e soldi in questa
"attività"), eccetera.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Se
il detto popolare ci insegna che con i "se" non si fa molta
strada, un modo più incisivo, ancorché laconico, per dire la stessa
cosa è proposto da un episodio storico (non è propriamente un
aforisma, ma si deve saper cambiare i propri schemi).</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Filippo
il Macedone, prima di dare battaglia contro Sparta, nel tentativo di
indurre gli avversari ad arrendersi senza ingaggiare lo scontro,
invia loro un messaggio perentorio al quale gli spartani rispondono
alla loro maniera.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">Lo
scambio di battute è davvero degno di essere menzionato:</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>Filippo
II:</b></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>
Se entrerò nella regione, raderò al suolo Sparta.</b></i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><b>Spartani:
</b></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i><b>Se.</b></i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Dr.
Alessandra Saglimbene</i></span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="RIGHT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Bibliografia</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">M.
Rampin, 2007, </span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Dì
la cosa giusta</i></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
Ponte alle Grazie, Milano.</span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">M.
Rampin, 2008, </span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;"><i>Il
grano e la zizzania</i></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 11pt;">,
Ponte alle Grazie, Milano.</span></span></span></div>
<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 0.49cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<br /><br />
</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-31104676142078786192016-04-29T22:53:00.001+02:002016-04-29T22:53:33.508+02:00SAPERE<div style="text-align: justify;">
Sapere è a volte rischioso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Più ci si spinge in là con la riflessione e la conoscenza delle cose, più bisogna essere forti per sopportarne le conseguenze: alcuni diventano cinici, altri rifiutano di proseguire, memori dell'ammonimento delle Scritture secondo cui "poiché la conoscenza provoca dolore, chi aumenta la conoscenza aumenta il dolore".</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche la conoscenza di se stessi è raramente immune dalla scoperta di aspetti che avremmo preferito ignorare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia, gli effetti collaterali della conoscenza si minimizzano se si conoscono in anticipo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco perché conviene sapere fin dall'inizio, come dice Goethe,</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrKCvcY3YurWKYi0Pyc1YHn4m84K-aLtC6MkwGTSILb8L2N6yNGioC534orehKHYGMgFcRGejFdX5a7qD_KIhU3qCTuBISIR2g8e0tD96Zdb1B7hcQhFt2F2ZAKzi0YxklZW4pT4nWoOLB/s1600/jekyllandhyde.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrKCvcY3YurWKYi0Pyc1YHn4m84K-aLtC6MkwGTSILb8L2N6yNGioC534orehKHYGMgFcRGejFdX5a7qD_KIhU3qCTuBISIR2g8e0tD96Zdb1B7hcQhFt2F2ZAKzi0YxklZW4pT4nWoOLB/s320/jekyllandhyde.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><b>Dove c'è molta luce,</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>l'ombra è più nera.</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dr. Alessandra Saglimbene</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Bibliografia</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
M. Rampin, 2012, <i>Dì la cosa giusta</i>, Ponte alle Grazie, Milano.</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-89022556806932548532016-04-26T18:31:00.000+02:002016-04-26T18:31:00.218+02:00LE CATENE DEL PIACERE ovvero " NON RIESCO A SMETTERE"<div style="text-align: justify;">
Il meccanismo che alimenta le continue frustrazioni di chi vuole smettere qualche comportamento fondato sul <i>piacere </i>è semplice ma terribile: è proprio il voler smettere a determinare la persistenza del desiderio. Paradossalmente, basterebbe smettere di voler smettere, per raffreddare notevolmente l'intera faccenda. </div>
<div style="text-align: justify;">
In altre parole, è proprio l'alone del "proibito" a rendere appetitoso quel comportamento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un modo efficace per introdurre questa nuova prospettiva (che non si ottiene ovviamente in pochi istanti) è quella di </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>Smettere di voler smettere</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>(e stare a vedere che cosa succede)</b></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU-0WcdQIUzb-Xl0YMIxhcz0JDbTlJFgfAHFcn-9sf94yvWW6_smC4hR26Pdo153dNEYzLd0vsFVuulwfAauOJAUU8inZHbSr6UOVBNLrhn2DzmKTT95RSUeKUx8vC8DLck8SFNJqQZtkv/s1600/sisifo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU-0WcdQIUzb-Xl0YMIxhcz0JDbTlJFgfAHFcn-9sf94yvWW6_smC4hR26Pdo153dNEYzLd0vsFVuulwfAauOJAUU8inZHbSr6UOVBNLrhn2DzmKTT95RSUeKUx8vC8DLck8SFNJqQZtkv/s320/sisifo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dr. Alessandra Saglimbene</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Bibliografia</i></div>
<div style="text-align: left;">
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: left;">
M. Rampin, 2008, <i>Il grano e la zizzania</i>, PONTE alle Grazie, Milano.</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-6777370404125728512016-04-22T17:36:00.001+02:002016-04-22T17:36:40.934+02:00LA PERDITA INSANABILE ovvero "NON MI SO RASSEGNARE"<div style="text-align: justify;">
Il problema, così posto, è senza soluzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Infatti il concetto di "rassegnazione" pone limiti che esso stesso impedisce di superare: non ci si può rassegnare volontariamente, come non si può decidere di prendere sonno all'istante. La rassegnazione è l'effetto di processi più o meno lunghi, ma sempre in gran parte inconsci. Quindi, non è utile puntare alla rassegnazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Conviene, piuttosto, riflettere che </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>Ci sono solo due strade:</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>vivere senza X e male,</b></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><b>oppure vivere meglio che si può nonostante la perdita di X</b></i>.</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6xmW34nF4SZSyndO9xjCnDKtXVLkauCUNuxof_tjajyC1ze7EzWc8xKPwcG9kSqRo29Mi5WCTgDqGZAJzcIvo95TrpaXOUGBdhHV3rkP3lLYR50eE3LLH_xUaa7r0RgbzCKN9QdaNGt6/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6xmW34nF4SZSyndO9xjCnDKtXVLkauCUNuxof_tjajyC1ze7EzWc8xKPwcG9kSqRo29Mi5WCTgDqGZAJzcIvo95TrpaXOUGBdhHV3rkP3lLYR50eE3LLH_xUaa7r0RgbzCKN9QdaNGt6/s320/5.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
Dr. Alessandra Saglimbene</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-36443283542684151472016-04-19T20:01:00.000+02:002016-04-19T20:14:33.104+02:00CUORI DIFFICILI ovvero "NON TROVO IL PARTNER GIUSTO PER ME"<div style="text-align: justify;">
In effetti, non si trova la persona giusta: <i>nessuno </i>la trova. Si trovano persone momentaneamente giuste, e da lì in poi si costruiscono relazioni giuste (che funzionano) o non giuste (che non funzionano).</div>
<div style="text-align: justify;">
La chiave, dunque, è rinunciare all'idea che il partner giusto esista "la fuori", e che il problema consista nel fatto che "non la troviamo".</div>
<div style="text-align: justify;">
Dipende da entrambi i partner fare sì che la relazione funzioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><i>Non si trova il partner giusto:</i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i>lo si costruisce.</i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdg4V8D1CRMckB8-bnuI9RyMV-afSs7Rmu8bmtb4B82jEpTwWyrOcNplXhFrKFqgu6LD90dp4V47di79Uazg7c5ULA0ulKwBGx4HrQ1313XGzL3RniLn0wFdK4Zjcu9y7HTwaTHoA_C8TG/s1600/costruire.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdg4V8D1CRMckB8-bnuI9RyMV-afSs7Rmu8bmtb4B82jEpTwWyrOcNplXhFrKFqgu6LD90dp4V47di79Uazg7c5ULA0ulKwBGx4HrQ1313XGzL3RniLn0wFdK4Zjcu9y7HTwaTHoA_C8TG/s320/costruire.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dr. Alessandra Saglimbene</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Bibliografia</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>M. </i>Rampin, 2008, <i> Il grano e la zizzania</i>, Ponte alle Grazie, Milano.</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-22187018046363498112015-11-13T23:35:00.000+01:002015-11-13T23:40:10.930+01:00Paradosso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5CQfh-rFi8mogjiptnDyDwclooGukPj_AISSG_u5W_924CEmPQzK6EHxBIxnSYVfgkYsjYvcLL-rtcB-XtQBSkAuIrQnRbZ7csp_JoGnLJg57xya8s1tI8nWIE_fB07kGoR0sZE_H7Ay6/s1600/esher.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5CQfh-rFi8mogjiptnDyDwclooGukPj_AISSG_u5W_924CEmPQzK6EHxBIxnSYVfgkYsjYvcLL-rtcB-XtQBSkAuIrQnRbZ7csp_JoGnLJg57xya8s1tI8nWIE_fB07kGoR0sZE_H7Ay6/s320/esher.jpg" width="308" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>"Non si può insegnare la verità...</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>il paradosso dei paradossi è che</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>il contrario della verità è ugualmente vero".</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>H. Hesse</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
<b>PARADOSSO</b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Definizione</b>: E'
una contraddizione logica che spiazza il paziente, poiché in una
stessa comunicazione sono presenti due messaggi contraddittori. In
psicoterapia viene spesso utilizzato attraverso la prescrizione della
resistenza e/o del sintomo. Il paziente in seguito ad una
comunicazione prescrittiva paradossale di trova nella posizione di
seguire le indicazioni del terapeuta, e quindi assecondarlo, o non
seguirle e quindi sbloccare la sintomatologia.</div>
<b>Elementi</b>: aggirare
le resistente, utilizzando una prescrizione che prevede che in
qualsiasi caso il soggetto faccia qualcosa a favore del suo
benessere, nella direzione del lavoro di terapia e quindi della
risoluzione del problema.<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Procedure correlate</b>:
doppio legame, prescrizione del sintomo, linguaggio suggestivo,
illusione d'alternativa.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Applicazione</b>:
Disturbi d'ansia, attacchi di panico, disturbi dell'alimentazione,
disturbi sessuologici, ipocondria, coppia, depressioni secondarie
reattive.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b></b><br />
<b>Primo impiego</b>:
C.G.Jung 1921, Milton Erikson 1956</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Caso clinico</b>: </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Viene nel
mio studio, in seguito all'invio del suo medico curante, un uomo di
circa 40 anni che improvvisamente, dopo un periodo di stress, aveva
sviluppato la certezza di essere gravemente malato di cuore.<br />
<a name='more'></a> L'uomo è
assolutamente convinto di avere ormai poco da vivere. Ovviamente
prima di rivolgersi a me il suo medico gli aveva fatto fare tutti gli
accertamenti possibili, ma tutti i controlli medici avevano dato
esito negativo, il signore sembrava godere di ottima salute. Nessun
controllo medico era riuscito a rassicurarlo. Anzi si era convinto
che il suo disturbo si manifestasse in una qualche forma rara
difficile da identificare. Vedo l'uomo che mi racconta i suo timori,
ne parliamo approfonditamente per due sedute, alla terza mi dimostro
pienamente d’accordo con lui affermando la mia convinzione che
nessuno può sapere cosa succede nel nostro organismo.. Ognuno di noi
è in grado di riconoscere sintomi non evidenti a nessun controllo
medico. Il paziente si sente finalmente capito. Gli chiedo se ha
preso seri provvedimenti per evitare noie alla famiglia dopo la sua
morte. Ovviamente non aveva fatto nulla. Allora lo rimprovero e gli
chiedo di comportarsi come un padre serio e protettivo, quindi gli
indico di stipulare una polizza assicurativa a favore dei figli
ancora piccoli, affinché possano studiare, continuare gli studi
quando lui non ci sarà più, gli chiedo di risolvere ogni bega con
eventuale eredità e ovviamente di scrivere un testamento. Il
paziente esce dal mio studio assolutamente sollevato dall'essere
stato finalmente capito da qualcuno e sapere finalmente cosa fare. La
seduta successiva lo vedo sorridente e tranquillo. Mi racconta di
essere andato subito verso un'assicurazione per informarsi sulle
eventuali polizze da stipulare, dopo avere fatto questo si è diretto
a casa, seduto alla sua scrivania, presa carta e penna, si era
seriamente dedicato alla stesura del testamento. Solo dopo avere già
scritto grossa parte del testamento si era reso conto dell'assurdo di
quello che stava facendo e per la prima volta aveva capito di non
avere assolutamente nulla. In realtà se fosse uscito dal mio studio
senza portare a termine i compiti da me richiesti avrebbe dovuto
riconoscere di non essere moribondo e se lo avesse fatto avrebbe
finito con il rendersi conto dell'assurdità di quello che stava
facendo. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i>Dr. Lucia Rosa Cantafio</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Riferimenti</b>:</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Bateson G., Jackson D.D., Haley J., Weakland J.H. (1956) <i>Verso una teoria della schizofrenia, </i>Astrolabio, Roma (1979).</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Selvini Palazzoli M., Boscolo L., Cecchin G., Prata G., (2003)<i> Paradosso e Contropradosso,</i> Raffaello Cortina, Milano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Haley J., (1977)<i> Le strategie della psicoterapia</i>, Sansoni Editore, Firenze.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Nardone G., (2008) <i>Solcare il mare all'insaputa del cielo,</i> Ponte alle Grazie, Firenze.</div>
<div>
<br /></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-19235241367161213592015-11-08T22:00:00.002+01:002015-11-08T22:33:51.736+01:00Ipnosi<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><br /></b></span>
<span style="color: black;"><b><br /></b></span>
<span style="color: black;"><b><br /></b></span>
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>"E voglio che tu scelga un momento nel passato</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i> in cui eri una bambina piccola piccola.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>E la mia voce ti accompagnerà. </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>E la mia voce si muterà in quelle dei tuoi genitori,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>dei tuoi vicini, dei tuoi amici, dei tuoi compagni di scuola e di giochi, </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>dei tuoi maestri. </i><i>E voglio </i><i>che ti ritrovi seduta in classe, </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>bambina piccolina che si sente felice </i><i>di qualcosa, </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>qualcosa avvenuto tanto tempo fa, qualcosa tanto tempo fa dimenticato".</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Milton H. Erickson</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXlwnJkA6U4C-8vKR75-IC0jACGWh4LbXSwxZFSL5gVIeY8ZuAw_oJ7JpcIM-nvA0GHpE2q2HXL0fuFsofcrUQWzKCgJOmwviRFNhrVsaw-PKpbvpbONrF44p3RLH05k9cTXSaIX8vW2sT/s1600/esher.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXlwnJkA6U4C-8vKR75-IC0jACGWh4LbXSwxZFSL5gVIeY8ZuAw_oJ7JpcIM-nvA0GHpE2q2HXL0fuFsofcrUQWzKCgJOmwviRFNhrVsaw-PKpbvpbONrF44p3RLH05k9cTXSaIX8vW2sT/s400/esher.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<span style="color: black;"><b><br /></b></span>
<span style="color: black;"><b>Definizione:</b>
Modificazione dello stato di coscienza che si ottiene attraverso
specifiche procedure induttive sia verbali che non verbali, sia
dirette che indirette.</span><br />
<span style="color: black;"><b>Elementi</b></span><span style="color: black;">:
Induce uno stato di rilassamento profondo in cui il soggetto rimane
in contatto con la voce dell'ipnoterapeuta e con il proprio io
inconscio, tralasciando le altre sensazioni corporee o legate al
quotidiano. </span>La Regressione, permette di rivivere periodi della
propria vita, anche lontani, in maniera vivida, e grazie
all'intervento dell'ipnotista può essere rassicurato e agire in
maniera da rimuovere sensazioni negative legate agli eventi
interessati.<br />
<a name='more'></a><br />
<span style="color: black;"><b>Procedure
correlate:</b></span><span style="color: black;"> Rilassamento muscolare,
suggestione diretta o indiretta, visualizzazioni.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b>Applicazioni:
</b></span><span style="color: black;">Si può applicare in tutte le
manifestazioni di disagio psicofisico dell'individuo comprese le
somatizzazioni. Particolarmente interessante è la sua applicazione
nella riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia </span><span style="color: black;">e
nel controllo del dolore. In psicoterapia si utilizza oltre che per
la regressione anche per permettere al soggetto di trovare proprie
soluzioni al problema portato.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>I primi tentavi</b> si fanno
risalire a 4000 anni fa. In tempi più recenti e meglio documentati
troviamo i tentativi di Mesmer del 1773, Milton Erikson (1901-1980)
da una prima definizione nel 1954.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b>Caso Clinico 1</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Viene in seduta una
donna, professionalmente di successo, di 45 anni, la quale lamenta
una difficoltà di relazione, oltre ad una tendenza ad una
alimentazione poco corretta e decisamente eccessiva. La donna mi
racconta di essere molto angosciata dall'idea, da poco emersa nei
suoi ricordi, di avere subito un abuso da parte del padre. Ricordo in
realtà molto vago ma estremamente fastidioso poiché le crea
sensazione di “sporco”, inoltre le rende inaccettabile l'immagine
del padre morto da tantissimi anni. Le propongo di rivivere
l'esperienza in stato di trance ipnotica. Lei accetta e quindi
dedichiamo tre sedute a familiarizzare con la tecnica. Quindi le
induco una regressione al momento in cui sarebbe dovuto essere
avvenuto l'abuso. Il soggetto riesce a raggiungere in fretta uno
stato di discreta profondità della trance e ritorna al momento del
ricordo. Mentre rivive l'esperienza riesce a raccontarmi quello che
rivive ed io posso inserire rassicurazioni tali da permetterle di
rivivere l'esperienza senza paura. Grazie alla regressione il
soggetto scopre che effettivamente c'era stato un momento in cui lei
ed il padre erano insieme a letto dopo essere rientrati dall'ospedale
dove era ricoverata la madre, effettivamente c'erano state delle
carezze da parte del padre ma mentre questi dormiva profondamente. Ed
era stata l'unica occasione in cui si era verificata tale esperienza.
La donna riuscì ad identificare i suoi sensi di colpa come derivanti
dal piacere provato in seguito alle carezze involontarie del padre.
Uscita dalla trance si sentì molto sollevata e più libera,
consapevole di non avere commesso nulla di sbagliato nel provare
piacere ed anche eccitazione per delle carezze inaspettate ma in
fondo innocenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b>Caso Clinico 2 </b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Una donna lamenta un
disturbo dell'orgasmo, di cui non riesce a capire la motivazione, non
le era mai successo in passato. La donna è vedova, e dopo diversi
anni dalla morte del marito ha iniziato una nuova storia che le da
entusiasmo e soddisfazione sotto tutti gli altri punti di vista. Le
viene proposto di rivivere l'ultimo rapporto sessuale in stato di
trance ipnotica, al fine di riuscire meglio ad identificare il
momento in cui si blocca la risposta orgasmica (poiché lei non ha
consapevolezza del perché, ma neanche del momento preciso in cui
perde la necessaria eccitazione). Nella
stessa prima seduta viene indotta una trance regressiva. La pz. si
dimostra un buon soggetto ipnotico e raggiunge subito il livello di
profondità necessario per rivivere l'ultimo rapporto sessuale.
Durante l'esperienza ella rivive il maniera nitida ogni pensiero,
vissuto e sensazione relativi al rapporto con il suo nuovo partner:
tale esperienza consente di comprendere le ragioni del blocco.
Durante la rivivificazione del rapporto sessuale, infatti, poco prima
dell’orgasmo la pz. dichiara che il viso del suo nuovo partner
assume le sembianze del marito defunto e ciò inibisce
istantaneamente la sua eccitazione. Nel prosieguo della seduta
attraverso una tecnica detta di “dissolvenza” si sostituisce con
opportune suggestioni, il viso del coniuge defunto con quello
dell’attuale compagno. Tale manovra terapeutica sarà sufficiente a
rimuovere definitivamente il problema.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="color: black;"><i>Dr. Lucia Rosa Cantafio</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="color: black;"><i><br /></i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="color: black;"><i><br /></i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><b>Riferimenti:</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><b><br /></b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;">Erikson M.,
(1978) <i>Le nuove vie dell'ipnosi</i>, Ed. Astrolabio, Roma, </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;">Granone F.,
(1989)<i> Trattato di Ipnosi, vol. 1 e 2</i>, UTET, Torino.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;">Rossi, E.L.,
(1987)<i> La psicobiologia della guarigione psicofisica</i>, Astrolabio,
Roma,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;">Loriedo C,
Nardone G., Watzlawick P., Zeig J.K., (2002)<i> Stratagie e stratagemmi
della psicoterapia</i>, Franco Angeli, Milano. </span>
</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-13087952649621957582015-10-05T18:08:00.001+02:002015-10-26T23:23:25.614+01:00La topolina presuntuosa<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il tema delle donne che
redimono gli uomini con il dono del loro amore disinteressato,
perfetto, che accetta qualsiasi cosa, non è affatto un'idea moderna.
Le favole, dando corpo alle lezioni più importanti della cultura che
le crea e le perpetua, continuano ad offrire da secoli diverse
versioni di questo tema.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Un antichissimo racconto
popolare catalano, <i>La Rateta
Presumida,</i>(La
topolina presuntuosa), ne è un chiaro esempio.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7tUbzi9lUnSPoprJGS2Hhe1j_vol2QOhupxBXnEqwIb5G2BIJZKpy6t0xrOZtTdgBQPW78FWozxjiVX5CKi6ERJ1FYObkmFdLMfvWyzyBFSgCskYJ2sINO8s71-OfhQ3146zi_YrcVY8N/s1600/hqdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7tUbzi9lUnSPoprJGS2Hhe1j_vol2QOhupxBXnEqwIb5G2BIJZKpy6t0xrOZtTdgBQPW78FWozxjiVX5CKi6ERJ1FYObkmFdLMfvWyzyBFSgCskYJ2sINO8s71-OfhQ3146zi_YrcVY8N/s400/hqdefault.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Una topolina decide di comprare un fiocco rosa che lega sulla coda, e
immediatamente, come per una legge di natura, arrivano i pretendenti
che non l'avevano notata finora; la vedono grazie a quel fiocco.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
I tacchi a spillo, la scollatura, le giarrettiere, il reggiseno a
balconcino, il seno nuovo:i tempi cambiano, ma il senso è quello. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il fiocco.<br />
<a name='more'></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Se
ne presentano molti e, tra tutti, la topina sceglie un gatto
ammaliatore. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La <i>rateta
</i>pensa
di poterlo sposare, perchè lei riuscirà a convincerlo ad amarla e a
non mangiarla, con la forza del suo amore.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
"Sarò la prima topina a domare un gatto, aspettate e vedrete.
Con me diventerà un altro, ne farò un gatto che mangia verdura".
Si sposano. Un minuto dopo le nozze il gatto le si avvicina, voi
direste per baciarla. E invece, la mangia, naturalmente. La
protagonista della storia muore sbranata.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
D'altra parte, cosa credeva. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La
morale della favola è che i gatti rimangono gatti, e tutto l'amore
del mondo non farà mai diventare un gatto vegetariano, neanche tutto
l'amore della nostra topolina presuntuosa. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Retromorale: i topi
femmina tendono a scegliere i gatti. Forse, pensano che li
salveranno, forse sono in preda ad un delirio di onnipotenza, oppure,
hanno una vocazione al martirio. Comunque, lo fanno. Esistono un
numero enorme di topine presuntuose che credono di cambiare i gatti
in topi, di essere più forti di loro. Più pazienti, più abili, più
ostinate. Il segreto della <i>rateta,
</i>è
al centro della narrazione di <i>Mujeres malqueridas</i>,
saggio di Mariela Michelana, psicoanalista. Storie di donne,
impegnate in relazioni distruttive, senza futuro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Intervistata, Mariela Michelana dice: "La topolina sceglie il
gatto perchè è l'unico che sicuramente la mangerà. Sceglie quello
che soddisfa un programma segreto che ha a che fare con la storia
infantile occulta". </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Senza entrare nei meandri della psicoanalisi, ci possiamo tuttavia
permettere di fermarci sul tema del "programma segreto".</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Michelana si domanda, al principio, come mai tante donne disinvolte,
intelligenti, autonome ed emancipate accettino di subire
maltrattamenti gravi e gravissimi spesso molto a lungo. Perchè si
aspettino che il loro personale aguzzino cambi, quando è evidente
che non cambierà. Perchè quando si liberino di uno ne cerchino un
altro esattamente uguale al precedente. Perchè, insomma, risulti
conveniente per queste donne una situazione tanto dolorosa dalla
quale potrebbero, solo volendo, liberarsi con relativa facilità. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
L'argomento della subordinazione economica e sociale da solo, non
basta a spiegare.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il problema non è solo fuori da sè ma dentro. Almeno: anche da
dentro. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Ci deve essere un programma segreto, appunto. Un'agenda
"occulta" che ha radici lontane nel tempo e che sfugge alla
logica ordinaria e alla coscienza vigile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Rileggiamo
la favola della <i>Rateta
presumida</i>.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La topolina compra un fiocco per essere più attraente – al fiocco
si può sostituire un naso nuovo o un <i>pushup</i> - . </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo di che passa
alla ricerca del candidato idoneo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
A tutti fa domande, compresa quella cruciale: "cosa farai la
notte?". Informazione utile ad una previsione di vita sessuale
soddisfacente. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Infine sceglie il gatto.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In che momento del processo di selezione la topolina sbaglia? </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
O
meglio: davvero sbaglia?</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Ha fatto un casting laborioso, è vero, ma a nessuno ha posto la
questione giusta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Se sei un piccolo roditore, suscettibile di essere mangiato, la
domanda giusta è: "Tu di solito, cosa mangi?".</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Gli amici glielo dicono: "ti mangerà". Lei risponde: "No,
non lo farà".</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il gatto, in effetti non è per lei il peggiore dei candidati: è il
migliore.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E' l'unico che possa ricoprire il ruolo che la topolina, nella sua
presunzione, gli assegna.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Michelana racconta di una sua paziente che, abbandonata dal padre
all'età di sette anni, continuava ad intrecciare relazioni con
uomini deludenti ed inaffidabili. Provava a farli restare.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Diceva di volere una relazione durature (l'obiettivo esplicito:
vorrei un uomo che restasse con me); sceglieva però solo quelli che
di certo se ne sarebbero andati (l'agenda segreta: i candidati
migliori ad attuare il suo piano inconsapevole, replicare il
fallimento). Per la topolina sembra che la cosa importante non sia
sposarsi con un marito quieto e buono, ma averne uno irrequieto e
cattivo, invece, per dimostrare di essere diversa, forte, speciale.
Un cane, un gallo, un asino qualsiasi non le avrebbero permesso di
mettere alla prova i suoi super poteri. Il gatto era l'unico che
poteva darle modo di dimostrare il suo straordinario valore e la sua
enorme capacità di sacrificio. </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La possiamo facilmente immaginare
mentre dice: " Non ti preoccupare gatto, io ti aiuterò. Con me,
le cose saranno diverse. Ti insegnerò ad avere fiducia nelle topoline, ad
amarle. Sarò sempre qui. Ti amerò tanto e così bene, che non
potrai farmi male. Vedrai. E poi, se anche mi farai male, io lo
sopporterò ed aspetterò, perchè lo so che in fondo tu sei un gatto
straordinario. Non sarà nè oggi nè domani ma verrà il giorno in
cui mi amerai e non desidererai più divorarmi.".</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Qualcosa come, detto ad un uomo: con me smetterai di bere, di
drogarti, di avere paura delle donne, di picchiarmi, di sentirti
insicuro e di offendermi. Con me, un giorno, se io sarò forte e
paziente, tu sarai migliore. E' questa la vanità che dà il titolo
al racconto: la topolina presume (<i>rateta presumida</i>) di essere capace
di domare il gatto. Ha un'idea grandiosa di sè. Un sè grandioso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il suo casting è stato impeccabile: ha scelto l'unico che potesse
permetterle di esibirlo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La tolopolina, alla fine, muore, comunque. Il gatto la divora. La sua
idea di essere più paziente, più forte, più lungimirante del suo
carnefice, era sbagliata. Non lo avrebbe cambiato grazie alle sue
grandiose qualità.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
I gatti mangiano i topi, e basta. I gatti mangiano i topi, ed è
inutile provare a cucinar loro carciofi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La più grande prova di forza è affrancarsene, liberarsi di loro,
imparare ad evitarli, lasciarli soli. Questo sì, è uno
straordinario successo: non dover dimostrare più niente, non
mettersi alla prova.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non affezionarsi all'errore, inoltre.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non difendere la cattiva scelta. La sapienza delle fiabe lo sa. La
tradizione dei "consigli utili", tramandati da generazioni
lo dice: se fai lo sbaglio di comprare qualcosa che non ti sta
bene,non c'è ragione di commettere un secondo sbaglio, indossarlo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non si "indossano" uomini che fanno stare peggio.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
No ci si mette addosso qualcosa, qualcuno, che ci sciupa.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9STFFqyHDd7xm1oc4RcCQJHIu8TO9kaUKLRjloUFnS2hQSnYZc5OEUoP3ZS9cq0O6vbSTkB4Ilwq-eIODeFrwGLiTBdQXF3GfucHhJzwXplVvY-m4i0y_Roi8ZBUc5OKdywbkmapvRv6I/s1600/foto-fiocco-rosa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9STFFqyHDd7xm1oc4RcCQJHIu8TO9kaUKLRjloUFnS2hQSnYZc5OEUoP3ZS9cq0O6vbSTkB4Ilwq-eIODeFrwGLiTBdQXF3GfucHhJzwXplVvY-m4i0y_Roi8ZBUc5OKdywbkmapvRv6I/s1600/foto-fiocco-rosa.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i>Dr Alessandra Saglimbene</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b>Bibliografia </b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
De Gregorio C., 2008,<i> Malamore. Esercizi di resistenza al dolore</i>, Mondadori, Milano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Fromm E., 1986, <i>L'arte di amare</i>, Arnoldo Mondadori, Milano.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Schellenbaum P., 2002, <i>La ferita dei non amati</i>, Red Edizioni, Milano.</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-4651621127371196332015-08-14T14:28:00.000+02:002015-10-26T23:24:52.085+01:00E se lo stalker fosse Lei? <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>"Considerare l'agire violento degli uomini soltanto come</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i> l'espressione di una patologia, </i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: right;">
<i>come uno sviluppo psicologico o sociologico errato,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i> non conduce ad alcun risultato.</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dobbiamo invece accettare il fatto che</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i> la violenza è parte della natura dell'uomo in quanto creatura, </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>e la cosa ci inquieta profondamente". </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>(Adolf Guggenbuhl-Craig)</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4Z1AWnUBS4NLMBchlFKIHibfNwZDovEPXEvixoNUoD0vLXPYW9WVcRTdPTJa6mXdvvPPFkHUa6-rp1CH_8I878oeBTd2ql3dzyNt4mWg1Dni3EIfOMvlmwZ0Lnh9Trtr_JlYfhTiwpn1O/s1600/donne.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4Z1AWnUBS4NLMBchlFKIHibfNwZDovEPXEvixoNUoD0vLXPYW9WVcRTdPTJa6mXdvvPPFkHUa6-rp1CH_8I878oeBTd2ql3dzyNt4mWg1Dni3EIfOMvlmwZ0Lnh9Trtr_JlYfhTiwpn1O/s320/donne.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo conferma l'Osservatorio nazionale stalking: molto difficilmente una donna che perseguita arriva all'omicidio. Preferisce limitarsi ad inseguire, invadere in modo capillare, subdolo e spesso tecnologico la vita dell'oggetto dei suoi desideri: se non può avere quell'uomo, casomai, il suo sogno è isolarlo dal mondo e coprirlo di ridicolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Iscriverlo una volta per tutte nel registro degli "sfigati". </div>
<div style="text-align: justify;">
Ne parliamo con Lucia Rosa Cantafio, psicologa e sessuologa.<br />
Articolo di Simonetta Camitini.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>E' vero che gli uomini quando sono oggetto di stalking da parte di una donna tendono a non denunciare?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"Si, perchè la prima reazione di un uomo attenzionato in maniera ossessiva da parte di una donna, in genere, è di sentirsi lusingato. Invia quindi dei messaggi di accettazione alla stalker che, in una prima fase, sente di aver raggiunto l'obiettivo. Di aver fatto bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando lei supera il limite tra corteggiamento ed inseguimento, per l'uomo è troppo tardi: si trova già in un bel guaio. Al momento in cui dovrebbe denunciare c'è nell'uomo una forma di vergogna. A un maschio sembra quasi contro natura doversi difendere da qualcuno più fragile, fisicamente più debole di lui."</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Come ci si trasforma da corteggiatrici in persecutrici?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"Si tratta di persone che hanno da tempo un disturbo ossessivo compulsivo con tratti paranoidei. Donne in cui è molto forte il senso del possesso, non solo in amore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per il sesso femminile spesso c'è in ballo la competizione con un'altra donna. Una tendenza che ha radici sociali antiche: la femmina, per assicurarsi il benessere suo e della prole, deve sbaragliare la concorrenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
'Tu mi hai sottratto il mio uomo', pensa la stalker, anche quando quell'uomo, in realtà, suo non è mai stato."</div>
<div style="text-align: justify;">
La porta chiusa che spinge una donna a bussare insistentemente, molte volte è un retaggio dell'infanzia. Un padre distratto, una madre poco espansiva, qualcosa che viene percepito come un abbandono, e che poi, in età adulta, si tramuta nell'ossessione di conquistare una persona per sanare quel rapporto perso nell'infanzia o nell'adolescenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ma lo stalking nasce sempre da un retaggio dell'infanzia?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"No. Esiste anche un'altra origine: la struttura 'controllante', ossessiva di alcune donne.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per loro, la persona che sfugge e che non rassicura più diventa una vera fonte di adrenalina."</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il mondo fragile, confuso e pericoloso di queste persone viene dipinto molto bene in un film, M'ama non m'ama, nel quale Audrey Tautou mette a repentaglio la vita familiare del suo medico. Un dettaglio non da poco: la ragazza pensa di amarlo, ma lo conosce appena.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"Questa è erotomania, una patologia che, spesso viene confusa (a causa del suffisso "eros") con la dipendenza sessuale: si tratta invece della passione per qualcuno che non conosciamo".</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>E' vero che questo disturbo riguarda più le donne che gli uomini?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"Noi donne siamo più abili a lavorare di fantasia. Gli uomini sono più pragmatici, più interessati ai dati concreti. Noi invece riusciamo più facilmente a costruire un amore sull'irrealtà, come facevamo da adolescenti con gli attori famosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, quando succede da adulte, si ha un disturbo di personalità e di dipendenza dal proprio mondo fantastico."</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Molti, troppi casi di stalking perpetrato da uomini finiscono in violenza fisica, e, talvolta, anche nell'omicidio. </b><b>Come mai, invece, le donne non tentano quasi mai di far fuori l'essere di cui sono ossessivamente innamorate?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
"La battaglia della donna è vincere l'altra. Se sopprimesse l'oggetto conteso, la vittoria andrebbe in fumo. Ma ci sono anche ragioni più profonde. I motivi per cui la donna può arrivare a gesti estremi sono molto più spesso di tipo economico. In realtà, le donne sono sempre state meno portate dell'uomo a uccidere: è la nostra natura.</div>
<div style="text-align: justify;">
La donna è stata, storicamente, più spinta degli altri a difendere se stessa e la prole. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dunque, in fondo, a preservare la vita". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dr. Lucia Rosa Cantafio</i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Filmografia</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L'amante che non accetta di essere la seconda scelta</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Attrazione fatale (1987)</b> di Adrian Tyne</div>
<div style="text-align: justify;">
Dan (Michael Douglas) cade nella trappola mortale di Alex (Glenn Close), avvocato come lui. Dopo un incontro appassionato e adulterino, Dan vorrebbe tornare come se nulla fosse alla sua vita familiare e non rivederla mai più. La vendetta della donna è terribile: comincia a seguirlo ovunque, simula una gravidanza, terrorizza sua figlia e tenta di uccidere sua moglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Manuale d'Amore3 (2011)</b> di Giovanni Veronesi</div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'episodio Maturità del film, Donatella Finocchiaro interpreta Eliana, una donna giovane ed intrigante che ha il vizio di sedurre amanti occasionali per poi tormentarli e ricattarli. Fatale sarà l'incontro con Fabio (Carlo Verdone), giornalista televisivo, sposato e fedele. La sua vita professionale e privata viene rovinata per sempre dallo stalking feroce di Eliana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L'erotomane che decide di innamorarsi di un semisconosciuto</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La ragazza della porta accanto (1993) </b>di Alan Shapiro</div>
<div style="text-align: justify;">
Il debutto cinematografico di Alicia Silverstone nel ruolo di Adrian, la ragazza che rende la vita impossibile allo scrittore Nick Eliot (interpretato da Cary Elwes). Adrian ha solo quattordici anni, un corpicino pieno di curve,e un'aria innocente. Ma la sua passione non corrisposta per Nick, suo vicino di casa per un'estate, sarà per lui l'inizio di un incubo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>M'ama non m'ama (2002)</b> di Laetitia Colombiani</div>
<div style="text-align: justify;">
Angelique (Audrey Tautou) è una studentessa follemente innamorata del cardiologo Loic (Samuel Le Bihan). Lo conosce appena, ma la sua fantasia costruisce un'intensa storia d'amore. Per realizzare il sogno di conquistarlo, la ragazza lo tempesterà di telefonate e si avvicinerà pericolosamente alla moglie incinta di Loic. Finchè verrà internata in un ospedale psichiatrico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quando l'affetto per un'amica si trasforma in ossessione</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Inserzione pericolosa (1992)</b> di Barbet Schroeder</div>
<div style="text-align: justify;">
Hedra (Jennifer Jason Leigh) sembra una ragazza solo un po' introversa quando Allie (Bridget Fonda) la sceglie come coinquilina. Invece è una psicopatica che, avendo perso la gemella da bambina, fa di tutto per assomigliare ad Allie. Nel suo fidanzato Sam vede un ostacolo che si frappone tra loro: lo ucciderà con un tacco a spillo, feticcio della seduzione femminile fallita.</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-30114534963558548972015-07-27T15:08:00.001+02:002015-10-26T23:27:00.861+01:00Il corpo come giocattolo della mente<div style="text-align: right;">
<i>Quando il dolore non trova sfogo nelle lacrime,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>altri organi piangono</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>(Henry Maudsley</i>)</div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbNgTvkTulLD7k9lVGk_rZYmVbW4yyAcZ_TLHFvS5w9fQLoGqVpby-J-UUHo-PhxX6tZsOdTunyRs2BmVFcNKrF_0VTIVRRNCDJFgZH5ph0f1kdwb_YGLNiclva76_ApgnJIRwme2GdLaC/s1600/Openness2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbNgTvkTulLD7k9lVGk_rZYmVbW4yyAcZ_TLHFvS5w9fQLoGqVpby-J-UUHo-PhxX6tZsOdTunyRs2BmVFcNKrF_0VTIVRRNCDJFgZH5ph0f1kdwb_YGLNiclva76_ApgnJIRwme2GdLaC/s320/Openness2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti noi abbiamo la tendenza a somatizzare quando alcune circostanze dentro o fuori di noi, oltrepassano i modi psicologici di resistenza cui siamo abituati. E non potendo utilizzare le parole per veicolare i pensieri, si è costretti a reagire psicosomaticamente, a un’emozione dolorosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il nostro corpo può diventare il contenitore di conflitti interni, angosce, ed emozioni non riconoscibili o non accettabili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di fronte a un medesimo conflitto, un individuo risponderà con la stipsi, un altro con la psoriasi . Solo a posteriori, attraverso la raccolta anamnestica che ci introduce nell’ambiente primario che ha fatto da sfondo alla comparsa del disturbo e mediante un percorso terapeutico , possiamo comprendere perché un soggetto scelga un sintomo piuttosto che un altro. In altri termini, il “linguaggio” del soma è un linguaggio che possiede vari “dialetti”…..<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il disfunzionamento psicosomatico come risposta a conflitti di qualsiasi ordine può essere concepito come un sintomo in cui la psiche cerca di inviare messaggi che saranno interpretati somaticamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
La stipsi rientra fra i disturbi psicosomatici in cui le funzioni somatiche normali, vengono inibite.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciascuno di noi, ha bisogno per sopravvivere, di porsi in relazione col mondo esterno:senza cibo e stimoli che ci nutrono, non riusciremmo né a crescere, né a mantenerci in vita. Questa attività comporta un bilancio di “dare e avere”, uno scambio: ciò che entra, una volta assorbito e ciò che è utile all’organismo, deve anche poter essere scartato. Un processo che comporta di fatto, la disponibilità a lasciarsi contaminare, ad assorbire ma anche a perdere. È come se si demandasse all’intestino, attraverso la stipsi, di farsi carico dei contenuti, e di trattenere all’interno la forma più primitiva del possesso: il contenuto intestinale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una buona percentuale (circa il 65%) di pazienti che soffrono di disturbi dell’evacuazione e stipsi, manifesta anche Ansia e/o Depressione, Disturbi Alimentari e altri. Pertanto sarebbe auspicabile verificare nei pazienti con stipsi, la presenza di eventuali sintomi ansiosi e depressivi. Uno dei test utilizzati è il POMS. Si basa su una metodologia semplice e rapida per identificare e quantificare stati affettivi particolari. Misura sei fattori e altrettanti stati dell’umore, dalla tensione ansiosa, alla depressione e al senso di orientamento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il grado di istruzione sufficiente per rispondere al test è quello della scuola dell’obbligo. Il test consiste di 58 aggettivi che definiscono 6 diversi fattori: Tensione – Ansia (fattore T), Depressione – Avvilimento (fattore D), Aggressività – Rabbia (fattore A), Vigore – Attività (fattore V), Stanchezza – Indolenza (fattore S), Confusione – Sconcerto (fattore C). Ai soggetti viene chiesto di scegliere l’intensità con la quale hanno risentito di quel particolare stato dell’umore nell’ultima settimana. Questo permette di valutare le reazioni tipiche del soggetto su un lasso di tempo abbastanza lungo, ma non troppo da impedire di evidenziare cambiamenti dovuti ad una terapia in atto. </div>
<div style="text-align: justify;">
In conclusione, quella dell’uomo sta diventando una realtà che sempre più chiaramente si esprime in maniera integrata. L’intestino e, quindi, anche il colon, di cui esso costituisce la parte terminale, rappresenta il crocevia visibile e tangibile in cui si incontrano i diversi sistemi responsabili della vita umana. È proprio qui che ha modo di esprimersi la psiconeuroendocrinoimmunologia, detta PNEI, che ci dà la misura di un funzionamento olistico della persona. Ciò potrebbe confermare il fatto che sia importante andare verso un paradigma medico che sia sempre più orientato a logiche integrate che tengano conto dei diversi stimoli a cui la persona, in maniera più o meno consapevole, è portato a dare una risposta. Ci si trova dinanzi non ad una malattia, ma ad un essere umano malato, verso il quale va posta una attenzione non solo alla sua dimensione somatica ma anche psichica. Crediamo in un trattamento integrato nel quale più figure professionali lavorano in rete, ma soprattutto inviano al paziente un messaggio unico che dia il senso della continuità e non della frammentarieta’.</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>Dr. Simona Graziano</i></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-8738014255353372512015-07-10T14:10:00.003+02:002015-10-26T23:27:45.425+01:00PARLIAMO ANCORA DI INFERTILITA’<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxoQDRvRgr1PP-Tatq0IrvI4pA9L8tKTvg6yZw9Zj9xfXwkKbIaREr1aRyWuH2Eb38SrIj9sWszJbs_Yvozhc7UlJRjx3LCOCV2tVqL2zmiV_r5sY0NnsaKQKaFlaTbb0hAhnoE2IctKAA/s1600/infertilita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxoQDRvRgr1PP-Tatq0IrvI4pA9L8tKTvg6yZw9Zj9xfXwkKbIaREr1aRyWuH2Eb38SrIj9sWszJbs_Yvozhc7UlJRjx3LCOCV2tVqL2zmiV_r5sY0NnsaKQKaFlaTbb0hAhnoE2IctKAA/s400/infertilita.jpg" width="278" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cosa succede dopo la diagnosi? </div>
<div style="text-align: justify;">
L’infertilità, definita dall’OMS come l’incapacità di procreare dopo almeno 12 mesi di
rapporti sessuali frequenti e non protetti (primaria se la donna non è riuscita a portare a
termine neanche una gravidanza), è una condizione clinica potenzialmente reversibile, ma
può rappresentare anche un crisi psicologica o, perlomeno, una variabile aggiuntiva da
dover affrontare nel proprio percorso di vita.<br />
<a name='more'></a>
Per coloro che vogliono avere figli è necessario passare attraverso un processo di
accettazione e rielaborazione del progetto di coppia per poter scegliere tra le strade
alternative, quali la vita senza figli o l’adozione internazionale (http://www.commissioneadozioni.it/it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare.aspx). </div>
<div style="text-align: justify;">
Un’altra strada è rappresentata dalla possibilità di ricorrere alla Procreazione Medicalmente
Assistita (PMA). Il termine riproduzione o procreazione medicalmente assistita si riferisce
a tutte le tecniche o artifici medico-chirurgici che aiutano il processo o parte del processo
di riproduzione. In Italia la PMA, insieme a ricerche e altri interventi mirati a “ridurre i
numeri” dell’infertilità, è regolata dalle Legge 40 del 2004. Nel 2014 la legge ha subito una
grossa modifica che sancisce il diritto fondamentale a essere genitori. La sentenza 162,
infatti, ha reso legale anche la fecondazione eterologa, ossia la possibilità di ricorrere a
donazione di gameti (ovociti e/o spermatozoi) esterni alla coppia stessa (per
inseminazione intrauterina o Fivet/ICSI), per coppie dichiarate infertili di sesso opposto.
Un'altra novità riguarda la diagnosi pre-impianto, resa possibile anche per genitori fertili
ma con patologie trasmissibili. Non esiste ancora una legislazione nazionale della Corte
Costituzionale, ma è possibile appellarsi alle linee guida inter-regionali che pongono un
limite di età (43aa donna) e un massimo di tre cicli di PMA nelle strutture pubbliche o nei
centri privati convenzionati con il Sistema Sanitario regionale. Tutte le procedure di
controllo pre-impianto rimangono legali solo se finalizzate alla procreazione e alla
salvaguardia della salute degli aspiranti genitori. La novità dell’eterologa è importante
perché le coppie potrebbero preferirla alla luce delle difficoltà legate all’omologa, quali
frustrazione dei cicli ripetuti di stimolazione, difficoltà di comunicazione con l’equipe ed
età sempre più avanzata della decisione riproduttiva. </div>
<div style="text-align: justify;">
I centri specializzati sono
rintracciabili sul Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita
(http://www.iss.it/rpma/) insieme a informazioni utili e ai referenti regionali.
Da un punto di vista teorico, ogni centro ha l’obbligo di offrire la consulenza e un
supporto psicologico a tutte le persone che ne hanno bisogno e gli specialisti che lo
consigliano effettuano già un trattamento in quanto legittimano il bisogno di parlarne e la
necessità di sviluppare le risorse necessarie per affrontare le eventuali decisioni future (1) .</div>
<div style="text-align: justify;">
Le
persone che vivono una condizione di infertilità o sterilità hanno, più in generale, diritto a
un’assistenza di qualità che fornisca loro le informazioni e il sostegno necessari a orientarsi
nel campo della prevenzione, della diagnosi e dell’intervento mirato, già a partire dal primo
colloquio, spesso basilare per rendere i soggetti liberi di “autodeterminarsi”.
All’interno dell’equipe, lo psicologo e lo psicoterapeuta saranno fondamentali nel
praticare, e insegnare agli altri professionisti, la giusta accoglienza e la giusta
comunicazione empatica definita come incentrata sul “come” viene trasmesso un certo
contenuto. Punti basilari saranno la trasparenza emotiva, l’accettazione, l’empatia e la
volontà di evitare soluzioni e consolazioni generalizzate, giudizi personali e un
atteggiamento indagatorio (2) . Quest’attitudine è ancor più fondamentale se consideriamo
alcuni punti critici legati a questo percorso, quali l’ambivalenza del desiderio di
genitorialità, la riluttanza ad ammettere problemi di fertilità e le attitudini negative o
conflittuali nei confronti delle tecniche di PMA, che sembrano condizionare la capacità di
comprensione e di accettazione del trattamento e influenzare anche il processo decisionale
sul se e quando abbandonare il trattamento. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per rendere al paziente il miglior servizio ed evitare futuri conflitti, è essenziale una
discussione approfondita e una certa dose di consapevolezza da parte dello staff: gli schemi
mentali del professionista (medico di base, ginecologo, andrologo etc), infatti, incontrano
difficoltà reali nel “non detto” dei pazienti, nei desideri contraddittori legati alla
genitorialità e negli eventuali conflitti interni alla coppia. D’altronde, molte ricerche
mostrano come la sensazione di accoglienza empatica e l’esperienza positiva relativa alle
informazioni ricevute, al rispetto da parte dello staff di valori e preferenze e alla continuità
nella disponibilità durante tutto l’iter, siano associate a una migliore compliance e qualità di
vita della coppia e a minor <i>distress</i> durante i trattamenti (3) . </div>
<div style="text-align: justify;">
La tendenza dei centri
specializzati dovrebbe essere quella di personalizzare al massimo il percorso diagnostico e
terapeutico, sia per le terapie mediche e le fasi di laboratorio, che per la comprensione dei
bisogni del singolo o della coppia, al fine di migliorare la salute biopsicosociale dei soggetti. </div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dott.ssa Giulia Ulivi</i> </div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b>BIBLIOGRAFIA</b></div>
<br />
<br />
1.
Visigalli, R. (2011). <i>Sterilità e infertilità di coppia. Counseling e terapia psicologica</i>. FrancoAngeli.<br />
<br />
2.
Lavori presentati al Convegno “<i>Rischi e problemi nella pratica dell’infertilità. Prevenirli,
affrontarli, risolverli</i>” del 4 giugno 2015, Roma.<br />
<br />
3.
Pedro, J., Canavarro, M.C., Boivin, J., & Gameiro, S. (2013). <i>Positive experiences of
patient-centred care are associated with intentions to comply with fertility treatment:
findings from the validation of the Portuguese version of the PCQ-Infertility tool. Human
Reproduction</i>, 1-11.<br />
<br />
Buckman, R., Tulsky, J. A., & Rodin, G. (2011). <i>Empathic responses in clinical practice:
Intuition or tuition?</i>. Canadian Medical Association Journal, 183(5), 569-571.AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-6824264427897868352015-06-24T22:42:00.000+02:002015-06-24T22:42:12.403+02:00<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px;">"Se pensi di non essere 'capace di', non lo sarai. Se pensi di potercela fare nel tuo modo personale, potrai farlo" (Julie Linden)</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8k1ILvBYnabcbDsg5hk5YCUNkzsWnL4fymeFCSXd44bcoO8u-OqsdNitht91bF7x8b1jjH8ikqCVW7M-jINleU5UH2EmBVlZ0kagjkONPdULcPnEAAQHihtit7hiqEbDMsEPiJq3Opzba/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8k1ILvBYnabcbDsg5hk5YCUNkzsWnL4fymeFCSXd44bcoO8u-OqsdNitht91bF7x8b1jjH8ikqCVW7M-jINleU5UH2EmBVlZ0kagjkONPdULcPnEAAQHihtit7hiqEbDMsEPiJq3Opzba/s320/1.jpg" width="320" /></a></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-13735357384076982112015-06-23T23:03:00.000+02:002015-10-26T23:28:15.647+01:00L’ITALIA IN… FERTILE Fotografia psicosociale della genitorialità oggi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxgjqhjrt1ikpU5DJ6b6hgBIT0FYtjkE3gs555LNW9bSbGPChbmuHi9gR4BlY80r8nAk-yUkOF_56of6zieJVrBLucUSjjS864d9lyoC2u5RfrmcOag6f8fPKU8OMVL9n67xbeP4z7yJ72/s1600/terra-arida.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxgjqhjrt1ikpU5DJ6b6hgBIT0FYtjkE3gs555LNW9bSbGPChbmuHi9gR4BlY80r8nAk-yUkOF_56of6zieJVrBLucUSjjS864d9lyoC2u5RfrmcOag6f8fPKU8OMVL9n67xbeP4z7yJ72/s400/terra-arida.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il carattere sempre più autonomo e responsabile che il cittadino mostra oggi nei
confronti del proprio benessere fa di salute e malattia il terreno su cui si misurano bisogni
individuali e collettivi, esigenze e alterazioni biofisiche. Avere dei figli è un diritto e
rappresenta il futuro della nostra società, ma pare un valore messo sempre più in dubbio
nel nostro Paese. </div>
<div style="text-align: justify;">
La Costituzione italiana tutela la procreazione cosciente e responsabile e
riconosce la sterilità o l’infertilità come una condizione clinica critica. In linea con questo,
la letteratura scientifica internazionale ha descritto bene il disagio psicologico che il singolo
o la coppia, interessata ad avere figli, provano quando non riescono nel loro obiettivo¹:
l’impatto dell’infertilità sul funzionamento psicologico o sull’equilibrio della coppia può
esser molto forte ².<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Più precisamente, l’OMS parla di infertilità dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali
frequenti e non protetti (primaria se la donna non è riuscita a portare a termine neanche
una gravidanza), mentre la sterilità si riferisce a una condizione generalmente stabile,
maschile e/o femminile, che non permette il concepimento³. Questo fenomeno sembra
in aumento sia perché le coppie decidono sempre più tardi di avere un bambino sia per
ragioni di tipo biologico maschile, femminile o di coppia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le malattie infettive e stili di vita
scorretti sono tra le cause principali. A queste si aggiungono fattori stressanti (a carico del
benessere psicofisico soggettivo) e ambientali (per esempio l’inquinamento o le difficoltà
eonomiche) sfavorevoli. L’infertilità colpisce oggi il 15-20% delle coppie in Europa e
secondo l’Istituto Superiore di Sanità (consultazione del 5 giugno 2015) in Italia la
percentuale è in linea con il dato europeo.
Lo stato dell’arte del mondo della fertilità in Italia sembra aver colto la complessità
di questa materia. Nelle ultime settimane, il 27 maggio 2015, il Ministero della Salute ha
presentato il Piano Nazionale per la Fertilità (“Difendi la tua fertilità, prepara una culla per
il tuo futuro”)4
in materia di tutela, conoscenza e prevenzione della salute riproduttiva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le
azioni proposte e l’istituzione del “Fertility Day” (7 maggio) mirano alla sensibilizzazione
al tema, all’informazione dei cittadini, allo sviluppo di una conoscenza adeguata e ad
un’assistenza sanitaria qualificata. Il Piano in questione riconosce il profilo
multidisciplinare della condizione clinica d’infertilità, che dovrebbe esser sostenuta
dall’accoglienza, attraverso l’orientamento, fino alla <i>decision making</i> riguardo eventuali
diagnosi e trattamenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
La presenza dello psicologo clinico che accolga la coppia è
riconosciuta basilare “a partire dalla consultazione iniziale e nel proseguo degli incontri
successivi, sia per alleggerire le ansie legate al trattamento stesso, sia per aiutare la coppia
ad elaborare le inevitabili reazioni dolorose in caso di insuccesso” (si veda al proposito le
tecniche di restituzione e comunicazione del referto).
Il passo in avanti del Piano Nazionale non riguarda solo le tecniche di PMA, bensì i fattori
protettivi della “buona salute riproduttiva” già dall’età prepubere. “Aver cura della propria
salute riproduttiva e sessuale fin dall’infanzia è indispensabile per evitare che patologie o
comportamenti scorretti e dannosi possano compromettere la fertilità futura. </div>
<div style="text-align: justify;">
La salute
sessuale e riproduttiva è un importante aspetto della crescita e dello sviluppo, in particolare
in età adolescenziale, e il sistema scolastico non può mancare di un programma su larga
scala di informazione ed educazione sessuale, rivolto ai due sessi (l’esperienza maschile è
approfondita perché spesso ignorata sia da un punto di vista educativo che da un punto
di vista preventivo). </div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che colpisce è la mancanza di un link tra le buone proposte sanitarie e la
responsabilità della propria sessualità da parte dei protagonisti di queste campagne, che
spesso non si interessano di questi aspetti se non quando, forse, è troppo tardi. I tassi di
denatalità confermano queste riflessioni e dovrebbero spingerci come professionisti del
benessere, e come persone, a porci più domande relative al nostro destino generazionale.
La diminuzione di prospettive lavorative procrastina la “necessità di diventare grandi” e
con essa eventuali progetti familiari e sociali. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo tema pare aver colpito l’attenzione
politica, adesso merita senz’altro la nostra! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dott.ssa Giulia Ulivi</i></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>BIBLIOGRAFIA </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chachamovich, J.L., Chachamovich, E., Ezer, H., Cordova, F.P., Fleck, M.M., & Knauth,
D.R., Passos E.P. (2010). Psychological distress as predictor of quality of life in men
experiencing infertility: a cross-sectional survey. Reproductive Health 7(3).</div>
<div style="text-align: justify;">
Hart, V.A. (2002). Infertility and the role of psychotherapy. Issues Mental Health Nursing.
23, 31-41.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. </div>
<div style="text-align: justify;">
Peterson, B. D., Newton, C. R., Rosen, K. H., & Skaggs, G. E. (2006). Gender differences
in how men and women who are referred for IVF cope with infertility stress. Human
Reproduction, 21(9), 2443-2449.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
World Health Organization. Reproductive Health Indicators for Global Monitoring:
Report of the Second Interagency Meeting. Geneva: World Health Organization. 2001.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4.
Piano Nazionale Fertilità visionabile su
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2367_allegato.pdf</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-62256401099215044992015-06-05T10:12:00.001+02:002015-10-26T23:29:16.596+01:00L' empatia come strumento per porre fine alla prigionia dei “Devo"!<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8XnJuR_3XXh-lSbj8Yb_4ft17_Hhyphenhyphen_q_kiBWKt-JR7DKU65u-mrC-K6RGCkmlFwk4vkiqSxYSC0yv_V6PrSjd7LbGrEQtTX5_p8deCw83yiVvewflCqx3roX63NogGUw4LUxBLxFgQhbs/s1600/EMPATIA1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8XnJuR_3XXh-lSbj8Yb_4ft17_Hhyphenhyphen_q_kiBWKt-JR7DKU65u-mrC-K6RGCkmlFwk4vkiqSxYSC0yv_V6PrSjd7LbGrEQtTX5_p8deCw83yiVvewflCqx3roX63NogGUw4LUxBLxFgQhbs/s200/EMPATIA1.jpg" width="186" /></a></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per definire </span><a href="http://psicologia/" style="line-height: 1.38; text-decoration: none;"><span style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">psicologia</span></a><span style="background-color: white; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> e caratteristiche dell’empatia è utile far riferimento anzitutto alla psicologia umanistica e in particolare a </span><a href="http://persona/" style="line-height: 1.38; text-decoration: none;"><span style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Carl Rogers</span></a><span style="background-color: white; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, uno dei primi ad occuparsi dell’empatia e del suo ruolo nelle relazioni umane. Secondo la definizione di Rogers, <i>"l’empatia è la capacità di utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale e non verbale per mettersi nei panni dell’altro, identificandosi parzialmente nel suo mondo soggettivo nel contesto di un’accettazione autentica e non giudicante</i></span><i><span style="background-color: white; font-family: Arial; font-size: 19px; font-weight: bold; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">,</span><span style="background-color: white; font-family: Arial; font-size: 19px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> evitando la fusione e mantenendo i confini del proprio Sé".</span></i></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nel concetto di empatia, psicologia e caratteristiche di personalità sembrano determinanti nel sostenere quella “capacità di mettersi emotivamente” e cognitivamente nei panni dell’altro che viene considerata un elemento essenziale di relazioni affettivamente soddisfacenti. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’empatia non è tuttavia una dote “magica”, ma una capacità complessa che presuppone anche una buona gestione delle proprie emozioni.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’empatia come capacità di cogliere e gestire” l’emozione dell’altro che è in noi stessi” trova difatti le sue radici più profonde nella comunicazione madre-bambino</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">,</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> là dove una corretta educazione emozionale passa attraverso la capacità del caregiver di entrare in risonanza e comprendere i bisogni del bambino identificando e denominando i suoi stati emotivi affinché egli possa gradualmente imparare a riconoscerli, differenziarli e comprenderli. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Una buona </span><a href="http://salute/" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: white; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">regolazione affettiva</span></a><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> è infatti connessa alla capacità di provare empatia così come al benessere della vita relazionale in generale.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Molto spesso nelle famiglie i genitori educano i figli a nascondere le emozioni negative, spinti da buone intenzioni e nell’illusione di proteggerli: tristezza, paura e rabbia sono bandite come segni di fallimento o potenziale disastro, emozioni come gelosia o frustrazione vanno repressi per evitare di creare ansia e preoccupazione nei genitori, che incitano a guardare sempre “il lato positivo delle cose”, senza lamentarsi né parlare male di qualcosa o qualcuno.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La rabbia verso i fratelli, la tristezza per la perdita di un amico, una serie di brutti voti a scuola vengono soventemente liquidate come “sono cose che capitano, non ci pensare, magari fossero questi i problemi della vita, ormai sei grande e non devi avere paura, devi solo studiare di più…”.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per far fronte alle aspettative genitoriali, pensando di essere in errore, capita che i figli, a loro volta futuri genitori, imparino a reprimere le proprie emozioni e i propri pensieri negativi, “cattivi” , pericolosi sorridendo, ricorrendo all’evitamento, alla distrazione continua e autoconvincendosi che gli adulti, i genitori, siano incapaci di provare emozioni “brutte” come le loro, sentendosi di conseguenza colpevoli, in conflitto perenne tra “cosa DEVO fare” e “cosa VOGLIO fare”.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quella dei “DEVO” è in effetti una vera e propria schiavitù.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La direzione della maggior parte delle nostre azioni è infatti indicata molto spesso dai vari “DEVO” che riecheggiano in noi, i diversi impulsi repressi in modo più o meno consapevole nel corso della vita.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">... Devo essere! Devo fare! Devo dire! Devo comportarmi! </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il più delle volte questi “devo” servono da “scudo protettivo” dall’imprevedibilità della vita: l’illusorio controllo della realtà esterna in tal modo si contrappone al caos e alla fragilità del mondo psichico interno. Muoversi costantemente verso un ideale di perfezione (“devo fare bene”, “devo essere nel giusto”,” devo essere il migliore, il più bravo”, “devo fare da solo”….) significa, come afferma R. Peter, “uscire dalla vita” o addirittura non entrarci mai. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Sono ormai molti gli studi che hanno evidenziato come i “devo” siano sintomo di una paura d’abbandono e di angoscia di morte: la tensione, infatti, per un impiego perfetto del tempo, per tenere tutto sotto “controllo”, è connessa al senso di finitudine e caducità della vita umana.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Esistono molte “superdonne” e “superuomini” che devono lavorare senza contare le ore, devono gestire la famiglia, devono seguire corsi, devono mantenere la linea, affannandosi a seguire il ritmo delle imposizioni che la società odierna scandisce per essere donne e uomini completi, impeccabili, perfetti in ogni cosa, anche nella sessualità.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In questo modo, i vari “super…” tentano di mettere a tacere mancanze, di rispondere alle aspettative familiari che non hanno saputo soddisfare e che trascinano come una pesante ancora o si sentono inadeguati e si vergognano perché incapaci di seguire ogni “devo” e di tener sempre al massimo gli standard.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Le persone imprigionate nei propri “devo” interni si impongono uno stress enorme che può arrivare a sconvolgere l’orologio interno, il sistema immunitario, il sonno. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Spesso la convinzione che sta alla base di tutto questo, nata nelle relazioni primarie con le figure genitoriali, è che “si deve far bene, si deve essere bravi, migliori di tutti” per meritarsi amore ed attenzione e che il proprio valore si misura dai nostri successi e dalla nostra capacità di non mostrare mai debolezze, in continuo paragone con gli altri.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’empatia come riconoscimento dell’“essere visti” dall’altro, senza giudizi, senza consigli, senza soluzioni, ma con calore e com-prensione è uno strumento utile ad accettare le proprie emozioni negative e a sviluppare la regolazione affettiva, senza repressioni e sensi di colpa.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“Consapevolezza emotiva” significa riconoscere l’emozione che stiamo provando e riconoscerla anche negli altri.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Gli studi confermano che le emozioni esperite da uomini e donne sono esattamente le stesse, ma che gli uomini sono maggiormente portati a nasconderle, a controllarle e a svalutare i propri sentimenti per fattori culturali ed educativi.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: right;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> Dr.Veronica Frilli</span></div>
<b style="font-weight: normal;"><br /></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i><br /></i></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i><br /></i></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>J. Gottman con J. De Claire: “Intelligenza emotiva per un figlio”.</i></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>C. Rubano- psicologa - Articolo online </i></span></div>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.3800000000000001; margin-bottom: 10pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><i>C. Cesaroni- psicoterapeuta - Articolo online</i></span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span></div>
<div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 19px; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-2418558878527823452014-06-18T16:50:00.001+02:002014-06-18T16:50:15.536+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh46Ne59C6xuiu22kw4uF9U8QEH1UGnzjv9_Lf0FRJvr3Kkql-rmZIK7u7g2zfMeCHqAL2RO-XJi1wDuAbn5cVbRo46R6LTpWLyPfWn5KhIDB72yyymZQceBPCBvE-5nn_6nbX1_qfupFaB/s1600/fb%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh46Ne59C6xuiu22kw4uF9U8QEH1UGnzjv9_Lf0FRJvr3Kkql-rmZIK7u7g2zfMeCHqAL2RO-XJi1wDuAbn5cVbRo46R6LTpWLyPfWn5KhIDB72yyymZQceBPCBvE-5nn_6nbX1_qfupFaB/s1600/fb%255B1%255D.jpg" height="400" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="color: red; font-size: large;"><em>PUNTO EINAUDI</em></span></strong></div>
<div style="text-align: center;">
<strong></strong> </div>
<div style="text-align: center;">
<u>26 Giugno ore 20:30</u></div>
<div style="text-align: center;">
Roma, via Labicana 114- tel.06.6875043</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red;"><strong>Ha il piacere di presentarvi</strong>:</span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<u><em>PsicoShatsu: il benessere dell'integrazione mente-corpo</em></u></div>
<div style="text-align: center;">
Dr.sse Fabiana Lovari e Sabrina Persichetti</div>
<div style="text-align: center;">
<em></em> </div>
<div style="text-align: center;">
<em></em> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span>Il seminario verterà sull'integrazione di un approccio corporeo come lo
shatsu in un percorso terapeutico. Con lo scopo primario di stimolare e
facilitare la consapevolezza corporea, la conoscenza del proprio confine, e
quindi facilitare la gestione delle emozioni e migliorare gli equilibri
psicosomatici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span></span><br /> </div>
<span></span><div style="text-align: center;">
Ingresso libero<br /></div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1941444316437689925.post-5322990612263123772014-04-29T19:14:00.000+02:002014-05-15T17:53:29.672+02:00<div style="text-align: center;">
<strong><span style="color: red;">IL SALOTTO DEL GIOVEDI' AMEPSI</span></strong></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<strong>15 MAGGIO</strong> -<em> </em><u>L'Ipnosi clinica ed i suoi utilizzi nella trasformazione dei problemi in risorse</u></div>
<div style="text-align: center;">
<em>Dr. Massimo Cotroneo</em></div>
<div align="left" style="text-align: center;">
</div>
<div align="left" style="text-align: center;">
</div>
<div align="left" style="text-align: center;">
Descrizione del tema</div>
<div align="left" style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>L'ipnosi è uno strumento particolarmente efficace per esplorare la dimensione creativa interiore ed orientarla alla soluzione dei problemi umani.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>Nel salotto del giovedì sarà discusso il tema dell'ipnosi clinica nella trasformazione delle difficoltà in risorse e sarà proposto un breve lavoro di auto-esplorazione e di contatto con il proprio inconscio al servizio e per l'espressione del sé. L'incontro sarà orientato allo sviluppo della consapevolezza mente-corpo e alla percezione del "qui e ora" attraverso un breve esercizio proposto di immaginazione guidata.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>Tema centrale di questa esperienza sarà coltivare una speciale presenza mentale, sperimentante e non giudicante, come processo in grado di favorire l'espressione di se stessi, utilizzando il proprio mondo interiore come materiale prezioso e guida al proprio benessere personale.</em></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
Il presente seminario sarà svolto presso: PUNTO EINAUDI- via Labicana 114, dalle ore 20.30.</div>
<div style="text-align: left;">
Ingresso libero</div>
AMEPSIhttp://www.blogger.com/profile/18327543635969865653noreply@blogger.com0