Il tema delle donne che
redimono gli uomini con il dono del loro amore disinteressato,
perfetto, che accetta qualsiasi cosa, non è affatto un'idea moderna.
Le favole, dando corpo alle lezioni più importanti della cultura che
le crea e le perpetua, continuano ad offrire da secoli diverse
versioni di questo tema.
Un antichissimo racconto
popolare catalano, La Rateta
Presumida,(La
topolina presuntuosa), ne è un chiaro esempio.
Una topolina decide di comprare un fiocco rosa che lega sulla coda, e
immediatamente, come per una legge di natura, arrivano i pretendenti
che non l'avevano notata finora; la vedono grazie a quel fiocco.
I tacchi a spillo, la scollatura, le giarrettiere, il reggiseno a
balconcino, il seno nuovo:i tempi cambiano, ma il senso è quello.
Se
ne presentano molti e, tra tutti, la topina sceglie un gatto
ammaliatore.
La rateta
pensa
di poterlo sposare, perchè lei riuscirà a convincerlo ad amarla e a
non mangiarla, con la forza del suo amore.
"Sarò la prima topina a domare un gatto, aspettate e vedrete.
Con me diventerà un altro, ne farò un gatto che mangia verdura".
Si sposano. Un minuto dopo le nozze il gatto le si avvicina, voi
direste per baciarla. E invece, la mangia, naturalmente. La
protagonista della storia muore sbranata.
D'altra parte, cosa credeva.
La
morale della favola è che i gatti rimangono gatti, e tutto l'amore
del mondo non farà mai diventare un gatto vegetariano, neanche tutto
l'amore della nostra topolina presuntuosa.
Retromorale: i topi
femmina tendono a scegliere i gatti. Forse, pensano che li
salveranno, forse sono in preda ad un delirio di onnipotenza, oppure,
hanno una vocazione al martirio. Comunque, lo fanno. Esistono un
numero enorme di topine presuntuose che credono di cambiare i gatti
in topi, di essere più forti di loro. Più pazienti, più abili, più
ostinate. Il segreto della rateta,
è
al centro della narrazione di Mujeres malqueridas,
saggio di Mariela Michelana, psicoanalista. Storie di donne,
impegnate in relazioni distruttive, senza futuro.
Intervistata, Mariela Michelana dice: "La topolina sceglie il
gatto perchè è l'unico che sicuramente la mangerà. Sceglie quello
che soddisfa un programma segreto che ha a che fare con la storia
infantile occulta".
Senza entrare nei meandri della psicoanalisi, ci possiamo tuttavia
permettere di fermarci sul tema del "programma segreto".
Michelana si domanda, al principio, come mai tante donne disinvolte,
intelligenti, autonome ed emancipate accettino di subire
maltrattamenti gravi e gravissimi spesso molto a lungo. Perchè si
aspettino che il loro personale aguzzino cambi, quando è evidente
che non cambierà. Perchè quando si liberino di uno ne cerchino un
altro esattamente uguale al precedente. Perchè, insomma, risulti
conveniente per queste donne una situazione tanto dolorosa dalla
quale potrebbero, solo volendo, liberarsi con relativa facilità.
L'argomento della subordinazione economica e sociale da solo, non
basta a spiegare.
Il problema non è solo fuori da sè ma dentro. Almeno: anche da
dentro.
Ci deve essere un programma segreto, appunto. Un'agenda
"occulta" che ha radici lontane nel tempo e che sfugge alla
logica ordinaria e alla coscienza vigile.
Rileggiamo
la favola della Rateta
presumida.
La topolina compra un fiocco per essere più attraente – al fiocco
si può sostituire un naso nuovo o un pushup - .
Dopo di che passa
alla ricerca del candidato idoneo.
A tutti fa domande, compresa quella cruciale: "cosa farai la
notte?". Informazione utile ad una previsione di vita sessuale
soddisfacente.
Infine sceglie il gatto.
In che momento del processo di selezione la topolina sbaglia?
O
meglio: davvero sbaglia?
Ha fatto un casting laborioso, è vero, ma a nessuno ha posto la
questione giusta.
Se sei un piccolo roditore, suscettibile di essere mangiato, la
domanda giusta è: "Tu di solito, cosa mangi?".
Gli amici glielo dicono: "ti mangerà". Lei risponde: "No,
non lo farà".
Il gatto, in effetti non è per lei il peggiore dei candidati: è il
migliore.
E' l'unico che possa ricoprire il ruolo che la topolina, nella sua
presunzione, gli assegna.
Michelana racconta di una sua paziente che, abbandonata dal padre
all'età di sette anni, continuava ad intrecciare relazioni con
uomini deludenti ed inaffidabili. Provava a farli restare.
Diceva di volere una relazione durature (l'obiettivo esplicito:
vorrei un uomo che restasse con me); sceglieva però solo quelli che
di certo se ne sarebbero andati (l'agenda segreta: i candidati
migliori ad attuare il suo piano inconsapevole, replicare il
fallimento). Per la topolina sembra che la cosa importante non sia
sposarsi con un marito quieto e buono, ma averne uno irrequieto e
cattivo, invece, per dimostrare di essere diversa, forte, speciale.
Un cane, un gallo, un asino qualsiasi non le avrebbero permesso di
mettere alla prova i suoi super poteri. Il gatto era l'unico che
poteva darle modo di dimostrare il suo straordinario valore e la sua
enorme capacità di sacrificio.
La possiamo facilmente immaginare
mentre dice: " Non ti preoccupare gatto, io ti aiuterò. Con me,
le cose saranno diverse. Ti insegnerò ad avere fiducia nelle topoline, ad
amarle. Sarò sempre qui. Ti amerò tanto e così bene, che non
potrai farmi male. Vedrai. E poi, se anche mi farai male, io lo
sopporterò ed aspetterò, perchè lo so che in fondo tu sei un gatto
straordinario. Non sarà nè oggi nè domani ma verrà il giorno in
cui mi amerai e non desidererai più divorarmi.".
Qualcosa come, detto ad un uomo: con me smetterai di bere, di
drogarti, di avere paura delle donne, di picchiarmi, di sentirti
insicuro e di offendermi. Con me, un giorno, se io sarò forte e
paziente, tu sarai migliore. E' questa la vanità che dà il titolo
al racconto: la topolina presume (rateta presumida) di essere capace
di domare il gatto. Ha un'idea grandiosa di sè. Un sè grandioso.
Il suo casting è stato impeccabile: ha scelto l'unico che potesse
permetterle di esibirlo.
La tolopolina, alla fine, muore, comunque. Il gatto la divora. La sua
idea di essere più paziente, più forte, più lungimirante del suo
carnefice, era sbagliata. Non lo avrebbe cambiato grazie alle sue
grandiose qualità.
I gatti mangiano i topi, e basta. I gatti mangiano i topi, ed è
inutile provare a cucinar loro carciofi.
La più grande prova di forza è affrancarsene, liberarsi di loro,
imparare ad evitarli, lasciarli soli. Questo sì, è uno
straordinario successo: non dover dimostrare più niente, non
mettersi alla prova.
Non affezionarsi all'errore, inoltre.
Non difendere la cattiva scelta. La sapienza delle fiabe lo sa. La
tradizione dei "consigli utili", tramandati da generazioni
lo dice: se fai lo sbaglio di comprare qualcosa che non ti sta
bene,non c'è ragione di commettere un secondo sbaglio, indossarlo.
Non si "indossano" uomini che fanno stare peggio.
No ci si mette addosso qualcosa, qualcuno, che ci sciupa.
Dr Alessandra Saglimbene
Bibliografia
De Gregorio C., 2008, Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mondadori, Milano.
Fromm E., 1986, L'arte di amare, Arnoldo Mondadori, Milano.
Schellenbaum P., 2002, La ferita dei non amati, Red Edizioni, Milano.
Nessun commento:
Posta un commento