lunedì 5 ottobre 2015

La topolina presuntuosa

Il tema delle donne che redimono gli uomini con il dono del loro amore disinteressato, perfetto, che accetta qualsiasi cosa, non è affatto un'idea moderna. Le favole, dando corpo alle lezioni più importanti della cultura che le crea e le perpetua, continuano ad offrire da secoli diverse versioni di questo tema.
Un antichissimo racconto popolare catalano, La Rateta Presumida,(La topolina presuntuosa), ne è un chiaro esempio.
Una topolina decide di comprare un fiocco rosa che lega sulla coda, e immediatamente, come per una legge di natura, arrivano i pretendenti che non l'avevano notata finora; la vedono grazie a quel fiocco.
I tacchi a spillo, la scollatura, le giarrettiere, il reggiseno a balconcino, il seno nuovo:i tempi cambiano, ma il senso è quello. 
Il fiocco.
Se ne presentano molti e, tra tutti, la topina sceglie un gatto ammaliatore. 
La rateta pensa di poterlo sposare, perchè lei riuscirà a convincerlo ad amarla e a non mangiarla, con la forza del suo amore.
"Sarò la prima topina a domare un gatto, aspettate e vedrete. Con me diventerà un altro, ne farò un gatto che mangia verdura". Si sposano. Un minuto dopo le nozze il gatto le si avvicina, voi direste per baciarla. E invece, la mangia, naturalmente. La protagonista della storia muore sbranata.
D'altra parte, cosa credeva. 
La morale della favola è che i gatti rimangono gatti, e tutto l'amore del mondo non farà mai diventare un gatto vegetariano, neanche tutto l'amore della nostra topolina presuntuosa. 
Retromorale: i topi femmina tendono a scegliere i gatti. Forse, pensano che li salveranno, forse sono in preda ad un delirio di onnipotenza, oppure, hanno una vocazione al martirio. Comunque, lo fanno. Esistono un numero enorme di topine presuntuose che credono di cambiare i gatti in topi, di essere più forti di loro. Più pazienti, più abili, più ostinate. Il segreto della rateta, è al centro della narrazione di Mujeres malqueridas, saggio di Mariela Michelana, psicoanalista. Storie di donne, impegnate in relazioni distruttive, senza futuro.
Intervistata, Mariela Michelana dice: "La topolina sceglie il gatto perchè è l'unico che sicuramente la mangerà. Sceglie quello che soddisfa un programma segreto che ha a che fare con la storia infantile occulta". 
Senza entrare nei meandri della psicoanalisi, ci possiamo tuttavia permettere di fermarci sul tema del "programma segreto".
Michelana si domanda, al principio, come mai tante donne disinvolte, intelligenti, autonome ed emancipate accettino di subire maltrattamenti gravi e gravissimi spesso molto a lungo. Perchè si aspettino che il loro personale aguzzino cambi, quando è evidente che non cambierà. Perchè quando si liberino di uno ne cerchino un altro esattamente uguale al precedente. Perchè, insomma, risulti conveniente per queste donne una situazione tanto dolorosa dalla quale potrebbero, solo volendo, liberarsi con relativa facilità. 
L'argomento della subordinazione economica e sociale da solo, non basta a spiegare.
Il problema non è solo fuori da sè ma dentro. Almeno: anche da dentro. 
Ci deve essere un programma segreto, appunto. Un'agenda "occulta" che ha radici lontane nel tempo e che sfugge alla logica ordinaria e alla coscienza vigile.
Rileggiamo la favola della Rateta presumida.
La topolina compra un fiocco per essere più attraente – al fiocco si può sostituire un naso nuovo o un pushup - . 
Dopo di che passa alla ricerca del candidato idoneo.
A tutti fa domande, compresa quella cruciale: "cosa farai la notte?". Informazione utile ad una previsione di vita sessuale soddisfacente. 
Infine sceglie il gatto.
In che momento del processo di selezione la topolina sbaglia? 
O meglio: davvero sbaglia?
Ha fatto un casting laborioso, è vero, ma a nessuno ha posto la questione giusta.
Se sei un piccolo roditore, suscettibile di essere mangiato, la domanda giusta è: "Tu di solito, cosa mangi?".
Gli amici glielo dicono: "ti mangerà". Lei risponde: "No, non lo farà".
Il gatto, in effetti non è per lei il peggiore dei candidati: è il migliore.
E' l'unico che possa ricoprire il ruolo che la topolina, nella sua presunzione, gli assegna.
Michelana racconta di una sua paziente che, abbandonata dal padre all'età di sette anni, continuava ad intrecciare relazioni con uomini deludenti ed inaffidabili. Provava a farli restare.
Diceva di volere una relazione durature (l'obiettivo esplicito: vorrei un uomo che restasse con me); sceglieva però solo quelli che di certo se ne sarebbero andati (l'agenda segreta: i candidati migliori ad attuare il suo piano inconsapevole, replicare il fallimento). Per la topolina sembra che la cosa importante non sia sposarsi con un marito quieto e buono, ma averne uno irrequieto e cattivo, invece, per dimostrare di essere diversa, forte, speciale. Un cane, un gallo, un asino qualsiasi non le avrebbero permesso di mettere alla prova i suoi super poteri. Il gatto era l'unico che poteva darle modo di dimostrare il suo straordinario valore e la sua enorme capacità di sacrificio. 
La possiamo facilmente immaginare mentre dice: " Non ti preoccupare gatto, io ti aiuterò. Con me, le cose saranno diverse. Ti insegnerò ad avere fiducia nelle topoline, ad amarle. Sarò sempre qui. Ti amerò tanto e così bene, che non potrai farmi male. Vedrai. E poi, se anche mi farai male, io lo sopporterò ed aspetterò, perchè lo so che in fondo tu sei un gatto straordinario. Non sarà nè oggi nè domani ma verrà il giorno in cui mi amerai e non desidererai più divorarmi.".
Qualcosa come, detto ad un uomo: con me smetterai di bere, di drogarti, di avere paura delle donne, di picchiarmi, di sentirti insicuro e di offendermi. Con me, un giorno, se io sarò forte e paziente, tu sarai migliore. E' questa la vanità che dà il titolo al racconto: la topolina presume (rateta presumida) di essere capace di domare il gatto. Ha un'idea grandiosa di sè. Un sè grandioso.
Il suo casting è stato impeccabile: ha scelto l'unico che potesse permetterle di esibirlo.
La tolopolina, alla fine, muore, comunque. Il gatto la divora. La sua idea di essere più paziente, più forte, più lungimirante del suo carnefice, era sbagliata. Non lo avrebbe cambiato grazie alle sue grandiose qualità.
I gatti mangiano i topi, e basta. I gatti mangiano i topi, ed è inutile provare a cucinar loro carciofi.
La più grande prova di forza è affrancarsene, liberarsi di loro, imparare ad evitarli, lasciarli soli. Questo sì, è uno straordinario successo: non dover dimostrare più niente, non mettersi alla prova.
Non affezionarsi all'errore, inoltre.
Non difendere la cattiva scelta. La sapienza delle fiabe lo sa. La tradizione dei "consigli utili", tramandati da generazioni lo dice: se fai lo sbaglio di comprare qualcosa che non ti sta bene,non c'è ragione di commettere un secondo sbaglio, indossarlo.
Non si "indossano" uomini che fanno stare peggio.
No ci si mette addosso qualcosa, qualcuno, che ci sciupa.


Dr Alessandra Saglimbene





Bibliografia 

De Gregorio C., 2008, Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mondadori, Milano.
Fromm E., 1986, L'arte di amare, Arnoldo Mondadori, Milano.
Schellenbaum P., 2002, La ferita dei non amati, Red Edizioni, Milano.

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