Cosa succede dopo la diagnosi?
L’infertilità, definita dall’OMS come l’incapacità di procreare dopo almeno 12 mesi di
rapporti sessuali frequenti e non protetti (primaria se la donna non è riuscita a portare a
termine neanche una gravidanza), è una condizione clinica potenzialmente reversibile, ma
può rappresentare anche un crisi psicologica o, perlomeno, una variabile aggiuntiva da
dover affrontare nel proprio percorso di vita.
Per coloro che vogliono avere figli è necessario passare attraverso un processo di accettazione e rielaborazione del progetto di coppia per poter scegliere tra le strade alternative, quali la vita senza figli o l’adozione internazionale (http://www.commissioneadozioni.it/it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare.aspx).
Per coloro che vogliono avere figli è necessario passare attraverso un processo di accettazione e rielaborazione del progetto di coppia per poter scegliere tra le strade alternative, quali la vita senza figli o l’adozione internazionale (http://www.commissioneadozioni.it/it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare.aspx).
Un’altra strada è rappresentata dalla possibilità di ricorrere alla Procreazione Medicalmente
Assistita (PMA). Il termine riproduzione o procreazione medicalmente assistita si riferisce
a tutte le tecniche o artifici medico-chirurgici che aiutano il processo o parte del processo
di riproduzione. In Italia la PMA, insieme a ricerche e altri interventi mirati a “ridurre i
numeri” dell’infertilità, è regolata dalle Legge 40 del 2004. Nel 2014 la legge ha subito una
grossa modifica che sancisce il diritto fondamentale a essere genitori. La sentenza 162,
infatti, ha reso legale anche la fecondazione eterologa, ossia la possibilità di ricorrere a
donazione di gameti (ovociti e/o spermatozoi) esterni alla coppia stessa (per
inseminazione intrauterina o Fivet/ICSI), per coppie dichiarate infertili di sesso opposto.
Un'altra novità riguarda la diagnosi pre-impianto, resa possibile anche per genitori fertili
ma con patologie trasmissibili. Non esiste ancora una legislazione nazionale della Corte
Costituzionale, ma è possibile appellarsi alle linee guida inter-regionali che pongono un
limite di età (43aa donna) e un massimo di tre cicli di PMA nelle strutture pubbliche o nei
centri privati convenzionati con il Sistema Sanitario regionale. Tutte le procedure di
controllo pre-impianto rimangono legali solo se finalizzate alla procreazione e alla
salvaguardia della salute degli aspiranti genitori. La novità dell’eterologa è importante
perché le coppie potrebbero preferirla alla luce delle difficoltà legate all’omologa, quali
frustrazione dei cicli ripetuti di stimolazione, difficoltà di comunicazione con l’equipe ed
età sempre più avanzata della decisione riproduttiva.
I centri specializzati sono
rintracciabili sul Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita
(http://www.iss.it/rpma/) insieme a informazioni utili e ai referenti regionali.
Da un punto di vista teorico, ogni centro ha l’obbligo di offrire la consulenza e un
supporto psicologico a tutte le persone che ne hanno bisogno e gli specialisti che lo
consigliano effettuano già un trattamento in quanto legittimano il bisogno di parlarne e la
necessità di sviluppare le risorse necessarie per affrontare le eventuali decisioni future (1) .
Le
persone che vivono una condizione di infertilità o sterilità hanno, più in generale, diritto a
un’assistenza di qualità che fornisca loro le informazioni e il sostegno necessari a orientarsi
nel campo della prevenzione, della diagnosi e dell’intervento mirato, già a partire dal primo
colloquio, spesso basilare per rendere i soggetti liberi di “autodeterminarsi”.
All’interno dell’equipe, lo psicologo e lo psicoterapeuta saranno fondamentali nel
praticare, e insegnare agli altri professionisti, la giusta accoglienza e la giusta
comunicazione empatica definita come incentrata sul “come” viene trasmesso un certo
contenuto. Punti basilari saranno la trasparenza emotiva, l’accettazione, l’empatia e la
volontà di evitare soluzioni e consolazioni generalizzate, giudizi personali e un
atteggiamento indagatorio (2) . Quest’attitudine è ancor più fondamentale se consideriamo
alcuni punti critici legati a questo percorso, quali l’ambivalenza del desiderio di
genitorialità, la riluttanza ad ammettere problemi di fertilità e le attitudini negative o
conflittuali nei confronti delle tecniche di PMA, che sembrano condizionare la capacità di
comprensione e di accettazione del trattamento e influenzare anche il processo decisionale
sul se e quando abbandonare il trattamento.
Per rendere al paziente il miglior servizio ed evitare futuri conflitti, è essenziale una
discussione approfondita e una certa dose di consapevolezza da parte dello staff: gli schemi
mentali del professionista (medico di base, ginecologo, andrologo etc), infatti, incontrano
difficoltà reali nel “non detto” dei pazienti, nei desideri contraddittori legati alla
genitorialità e negli eventuali conflitti interni alla coppia. D’altronde, molte ricerche
mostrano come la sensazione di accoglienza empatica e l’esperienza positiva relativa alle
informazioni ricevute, al rispetto da parte dello staff di valori e preferenze e alla continuità
nella disponibilità durante tutto l’iter, siano associate a una migliore compliance e qualità di
vita della coppia e a minor distress durante i trattamenti (3) .
La tendenza dei centri
specializzati dovrebbe essere quella di personalizzare al massimo il percorso diagnostico e
terapeutico, sia per le terapie mediche e le fasi di laboratorio, che per la comprensione dei
bisogni del singolo o della coppia, al fine di migliorare la salute biopsicosociale dei soggetti.
Dott.ssa Giulia Ulivi
BIBLIOGRAFIA
1. Visigalli, R. (2011). Sterilità e infertilità di coppia. Counseling e terapia psicologica. FrancoAngeli.
2. Lavori presentati al Convegno “Rischi e problemi nella pratica dell’infertilità. Prevenirli, affrontarli, risolverli” del 4 giugno 2015, Roma.
3. Pedro, J., Canavarro, M.C., Boivin, J., & Gameiro, S. (2013). Positive experiences of patient-centred care are associated with intentions to comply with fertility treatment: findings from the validation of the Portuguese version of the PCQ-Infertility tool. Human Reproduction, 1-11.
Buckman, R., Tulsky, J. A., & Rodin, G. (2011). Empathic responses in clinical practice: Intuition or tuition?. Canadian Medical Association Journal, 183(5), 569-571.
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